Re Colapesce

Diario di bordo

Trekking del 11 maggio 2025 sull’Etna

Trekking del 11 Maggio 2025 a Piano Vetore Etna.
Appuntamento all’Immacolata alle 7,45 e
partenza puntuale alle ore 8.00 con il pullman di Giuntabus.
  Partecipanti della Recolapesce: Marcello Aricò, Giuseppe Spanò, Katia Parisi, Sebastiano Occhino, Caterina  Trovatello, Ciccio Briguglio, Maurizio Inglese, Marcella De Francesco, Stefania Davì, Amica di Stefania, Serena Policastro, Maria Vinci, Nando Centorrino, Angela Trimarchi, Giovanni Barbaro, Carmela Morabito,Antonio Zanghì, Valeria Bilardo, Antonella Zangla , Rosario Sardella, Giancarlo Ziino e altri 23 soci di Architrekking.
Uscita allo svincolo di Tremestieri all’ On the run per prendere alcuni residenti nella zona sud e successivamente uscita a Roccalumera per prendere Nando Centorrino e Angela Trimarchi.
Alle 9.05 fermata all’autogrill ad Aci S. Antonio e ripartenza alle 9,30.
Durante il viaggio Marcello ha letto e recitato la storia di Teseo scritta da Dominik Gilberto dell’Architrekking.
Alle 10.30 arrivo al bivio per Piano Vetore e partenza per il  trekking in direzione opposta alla strada che conduce al rifugio Sapienza.
Arrivo, dopo 1 km,  all’entrata del Demanio Forestale.
Percorso  circa  1 Km ci siamo accorti di avere superato il Teseo; tornati indietro , dopo 400 m , vediamo la grande statua raffigurante la testa di Teseo.
Il 7 marzo del 2024 è “spuntata” sull’Etna una statua gigante. Un volto umano addormentato e spaccato per metà, che si eleva su un piedistallo in lamiera di acciaio a forma di cubo, in cima a una sciara.
Sembra che ammiri dall’alto tutta la costa, con una espressione di pace serafica che invita a rilassarsi e a godersi pienamente l’aria di montagna. È  un’opera itinerante che aumenta ogni anno di più la propria fama. Il Teseo è collocato nelle vicinanze dell’ingresso alla Pista Altomontana, in contrada Serra La Nave ed  è stato realizzato dall’artista polacco Igor Mitoraj – lo stesso autore dell’Ikaro Caduto posizionato ai piedi del Tempio della Concordia di Agrigento.
Il volto in bronzo appare screpolato perché è una reinterpretazione dell’estetica classica a favore della rappresentazione della fragilità dell’uomo contemporaneo.
Di fronte all’ estetica delle proporzioni e dell’ armonia classica greca si contrappone l’ estetica della realtà della fragilità umana che nel tempo si deteriora, senza per questo perdere il valore intrinseco dell’ Essere che non è solo Forma, ma ancor di più Sostanza.
Associata alla splendida vista del vulcano e della costa siciliana, diventa indubbia attrazione per i turisti. E vale la pena vederla! La statua resterà esposta fino a ottobre del 2025. Dopo le foto di rito riprendiamo il percorso. Entrati di nuovo nel bosco del Demanio regionale Filiciusa Melia, abbiamo camminato su sentieri e carrarecce  dal fondo reso soffice per gli aghi  di pino e pigne.
Diverse volte abbiamo smarrito il sentiero, ricoperto di aghi di pino, ma per fortuna, con l ‘aiuto di Komoot, abbiamo ripreso il giusto cammino.
Dopo un tratto in salita, alle 13.30 siamo arrivati al  Rifugio Gualberto, (dopo circa 4 km) attrezzato in maniera lodevole (Rifugio chiuso ma con spazi fuori ben attrezzati)
L’area pic nic  dispone di decine di tavoli per i viandanti. con una  copertura tra due costruzioni per  riparare dalla eventuale pioggia; lo spazio  coperto è aperto da due lati, e sotto c’è un tavolo da pic nic e dei barbecue,  una vera chicca per i viandante,  che,  alle nostre latitudini e’ impensabile.
I tavoli dove abbiamo  sostato si trovano immersi in un bosco di alti alberi di pini.
Finito il pranzo alle 14.15 ripartenza in direzione rifugio Galvarins. Dopo 15 minuti, alle
14.30 , abbiamo imboccato il bivio a dx sulla strada di ritorno verso rifugio Carpentieri. Alle 14.45 passaggio sulla lava per poi arrivare al rifugio Carpentieri alle 15.40 a 4 km chilometri dalla partenza.
Dal rifugio Carpentieri,  proseguendo verso rifugio Santa Barbara, dopo 800 m siamo arrivati al rifugio Santa Barbara e da qui si percorrono altri 800 metri per arrivare fino alla strada asfaltata.
Tutte le strade sono in pista con un fondo di polvere e di pietra lavica. 100 m prima di arrivare alla strada asfaltata,   nella  vasta area di Piano Vetore,  c’è una chiesa   dedicata alla Madonna della Neve con all’aperto panche da pic nic,  un altare e una croce di legno di betulla dell’Etna dedicata a Giovanni Paolo II.
Qui il pullman ci attendeva; recuperate alcune persone che si erano fermate per il pranzo al rifugio Sapienza,  alle 17.05 abbiamo preso la strada verso casa. Alle 19.00 dopo un piccolo intoppo ( una fermata non autorizzata a Zafferana, e non concordata nè da Marcello nè da Michele ) siamo arrivati a Messina un po’ stanchi ma felici.
Percorso complessivo di circa 13 km.

Questo diario di bordo è stato redatto da Marcello Aricò

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