Trekking pantagruelico del 24 maggio 2025
Appuntamento all’Immacolata alle 9,00.
Partecipanti: Marcello Aricò, Antonio Zampaglione, Giuseppe Spanò e Francesco Pagano-Mike Sfravara, Rosario Sardella, Ciccio Briguglio, Lucia Annunziata.
Formazione degli equipaggi e partenza. Arrivo a Santa Teresa , dove sono state parcheggiate le macchine, intorno alle 10,00 e risalita lungo l’argine destro della fiumara.
All’ inizio del percorso le essenze messe a dimora (zagara, mimosa, buganville) durante i lavori di riqualificazione del luogo , eseguiti una decina di anni orsono, senza manutenzione si sono inselvatichite e i pochi alberelli di gelsi, pepe nero e di altre essenze, di dimensioni intorno ai 2 metri posti a una distanza di una decina/ventina di metri uno dall’altro che si trovano proseguendo non fanno molta ombra per cui la strada è tutta praticamente assolata .
Dopo circa 4 chilometri in leggerissima pendenza, con qualche rilievo più impegnativo, ma sporadicamente e per non più di una decina di metri , siamo arrivati al secondo ponte in legno che scavalca l’alveo della fiumara ma anche questo è stato vandalizzato e non è praticabile.
Dopo un altro chilometro, alle 11:00 circa, siamo arrivati in vista della chiesa di San Pietro e Paolo.
Sulla spiazzo vicino alla salita c’erano diversi gruppi della Protezione Civile di Messina e provincia che stavano facendo una esercitazione antincendio boschivo organizzata dal DRPC Sicilia, per testare la capacità dei volontari precedentemente formati per lo spegnimento di focolai, coordinata dal nostro socio ingegnere Bruno Manfrè con la presenza , come direttore della Forestale, del nostro amico Giovanni Cavallaro.
Percorsa la salita siamo arrivati , in ordine sparso intorno alle 11,20 al sagrato della chiesa e abbiamo fatto una lunga sosta rinfrescandoci e bevendo ,girando per la chiesa che questa volta era allestita per accogliere i volontari della Protezione Civile.
La chiesa è il più importante monumento della vallata d’Agrò ed è un esempio di architettura bizantina in Sicilia e sintetizza tre stili architettonici: bizantino , arabo e normanno.
Inizialmente venne costruita dai frati Basiliani intorno al 560 dopo Cristo, poi fu distrutta dagli arabi e ricostruita dai Normanni grazie al Conte Ruggero I e a suo figlio Ruggero II nel 1172.
L’interno mostra un’ austera architettura con tre navate e una cupola centrale ed è caratterizzato da una vivace policromia determinata dall’alternarsi della pietra lavica, arenaria e mattoni rossi .
Questa costruzione, che unisce in sé l’idea della torre e quella della chiesa , fu consacrata nell’anno 1178 e vi vennero deposte le reliquie di diversi Santi , tra cui san Pietro e Paolo.
Vicino alla chiesa ci sono i ruderi di un grande monastero basiliano che, tra i secoli XVII e XVIII, diventò un centro culturale di studi artistici, scientifici, umanistici e di sperimentazione agricola.
L’iscrizione in greco bizantino sopra il portale contiene una dedica e una datazione e include elementi standard delle dediche bizantine :
-un”invocazione religiosa iniziale
– la menzione dei santi titolari Pietro e Paolo
– probabilmente il nome del committente o del costruttore
– una datazione secondo il sistema bizantino.
La traduzione, fornita da Sebastiano Occhino che ha fatto la tesi di laurea proprio sulla chiesa, significa:
“Fu rinnovato questo tempio dei Santi Apostoli Pietro e Paolo da Teostericto Abbate di Taormina, a sue spese.
Possa Iddio ricordarlo. Nell’anno 6680.
Il Capomastro Gerardo il Franco.
(L’anno 6680 segue la cronologia greca, che fa riferimento alla presunta origine del mondo e precede di 5508 anni la nascita del Cristo, quindi corrisponde all’anno 1172 d.C.).”
Il medaglione centrale con la croce e i quattro cerchi è un simbolo cristiano tipico dell’arte bizantina, che rappresenta spesso Cristo e i quattro evangelisti o i quattro punti cardinali della cristianità.
Alle 12,30 ci siamo fiondati al ristorante la Conca d’Oro di Smiroldo, un vasto locale pulito, bello e accogliente ed abbiamo preso posto in un tavolo riservato in attesa dell’arrivo di Giancarlo Ziino.
Come ricco antipasto ci hanno servito salame e capocollo, formaggio di due qualità , ricotta infornata, olive, carpaccio di vitella, polpettine calde di vitella, brasato di vitella accompagnato da un vino senza additivi , di qualità non particolare , ma in ogni caso bevibile mentre Francesco ha preso un chinotto e Mike una coca cola.
Il primo piatto era costituito da maccheroncini fatti in casa alla Norma e ricotta infornata grattugiata, successivamente una grigliata mista con carne infornata, involtini, arrosticini , salsiccia, involtini nelle foglie di limone e per contorno patate fritte e insalata della Nonna con pomodori e cipolle alla quale era stata aggiunta della ricotta ( fuori luogo).
Per finire sorbetto al limone arricchito con i gelsi portati da Mike , una vera delizia e dopo il caffè, alle 15,00 abbiamo messo gli zaini in spalla e siamo tornati a Santa Teresa dove siamo arrivati alle 16,25.
Sulla strada di ritorno abbiamo incontrato dei cavalli, di cui una gravida e abbiamo raccolto gelsi bianchi, neri, pepe rosa e finocchietto.
Rosario è tornato in città insieme a Giancarlo, gli altri si sono rimessi in macchina con le formazioni dell’andata.
L’equipaggio di Mike ha imboccato l’autostrada, mentre l’altro con Antonio,Marcello, Francesco e Giuseppe ha seguito la strada statale per fermarsi alla mitica sala Ausilia per una piccola consumazione, offerta dal titolaren, e per acquistare dei babà da portare a casa .
Arrivati al Boccetta alle 17,45.
La giornata , da un punto di vista metereologico non ha dato il massimo, ma il fatto che il cielo fosse leggermente nuvoloso (in grigio) e che ci fosse una piacevole brezza, ha reso la passeggiata post prandiale piacevole, infatti se dopo la lauta mangiata ci fossimo messi in marcia sotto il sole avremmo sicuramente sofferto fra sole/caldo e pancia piena.
Appuntamento all’Immacolata alle 9,00.
Partecipanti: Marcello Aricò, Antonio Zampaglione, Giuseppe Spanò e Francesco Pagano-Mike Sfravara, Rosario Sardella, Ciccio Briguglio, Lucia Annunziata.
Formazione degli equipaggi e partenza. Arrivo a Santa Teresa , dove sono state parcheggiate le macchine, intorno alle 10,00 e risalita lungo l’argine destro della fiumara.
All’ inizio del percorso le essenze messe a dimora (zagara, mimosa, buganville) durante i lavori di riqualificazione del luogo , eseguiti una decina di anni orsono, senza manutenzione si sono inselvatichite e i pochi alberelli di gelsi, pepe nero e di altre essenze, di dimensioni intorno ai 2 metri posti a una distanza di una decina/ventina di metri uno dall’altro che si trovano proseguendo non fanno molta ombra per cui la strada è tutta praticamente assolata .
Dopo circa 4 chilometri in leggerissima pendenza, con qualche rilievo più impegnativo, ma sporadicamente e per non più di una decina di metri , siamo arrivati al secondo ponte in legno che scavalca l’alveo della fiumara ma anche questo è stato vandalizzato e non è praticabile.
Dopo un altro chilometro, alle 11:00 circa, siamo arrivati in vista della chiesa di San Pietro e Paolo.
Sulla spiazzo vicino alla salita c’erano diversi gruppi della Protezione Civile di Messina e provincia che stavano facendo una esercitazione antincendio boschivo organizzata dal DRPC Sicilia, per testare la capacità dei volontari precedentemente formati per lo spegnimento di focolai, coordinata dal nostro socio ingegnere Bruno Manfrè con la presenza , come direttore della Forestale, del nostro amico Giovanni Cavallaro.
Percorsa la salita siamo arrivati , in ordine sparso intorno alle 11,20 al sagrato della chiesa e abbiamo fatto una lunga sosta rinfrescandoci e bevendo ,girando per la chiesa che questa volta era allestita per accogliere i volontari della Protezione Civile.
La chiesa è il più importante monumento della vallata d’Agrò ed è un esempio di architettura bizantina in Sicilia e sintetizza tre stili architettonici: bizantino , arabo e normanno.
Inizialmente venne costruita dai frati Basiliani intorno al 560 dopo Cristo, poi fu distrutta dagli arabi e ricostruita dai Normanni grazie al Conte Ruggero I e a suo figlio Ruggero II nel 1172.
L’interno mostra un’ austera architettura con tre navate e una cupola centrale ed è caratterizzato da una vivace policromia determinata dall’alternarsi della pietra lavica, arenaria e mattoni rossi .
Questa costruzione, che unisce in sé l’idea della torre e quella della chiesa , fu consacrata nell’anno 1178 e vi vennero deposte le reliquie di diversi Santi , tra cui san Pietro e Paolo.
Vicino alla chiesa ci sono i ruderi di un grande monastero basiliano che, tra i secoli XVII e XVIII, diventò un centro culturale di studi artistici, scientifici, umanistici e di sperimentazione agricola.
L’iscrizione in greco bizantino sopra il portale contiene una dedica e una datazione e include elementi standard delle dediche bizantine :
-un”invocazione religiosa iniziale
– la menzione dei santi titolari Pietro e Paolo
– probabilmente il nome del committente o del costruttore
– una datazione secondo il sistema bizantino.
La traduzione, fornita da Sebastiano Occhino che ha fatto la tesi di laurea proprio sulla chiesa, significa:
“Fu rinnovato questo tempio dei Santi Apostoli Pietro e Paolo da Teostericto Abbate di Taormina, a sue spese.
Possa Iddio ricordarlo. Nell’anno 6680.
Il Capomastro Gerardo il Franco.
(L’anno 6680 segue la cronologia greca, che fa riferimento alla presunta origine del mondo e precede di 5508 anni la nascita del Cristo, quindi corrisponde all’anno 1172 d.C.).”
Il medaglione centrale con la croce e i quattro cerchi è un simbolo cristiano tipico dell’arte bizantina, che rappresenta spesso Cristo e i quattro evangelisti o i quattro punti cardinali della cristianità.
Alle 12,30 ci siamo fiondati al ristorante la Conca d’Oro di Smiroldo, un vasto locale pulito, bello e accogliente ed abbiamo preso posto in un tavolo riservato in attesa dell’arrivo di Giancarlo Ziino.
Come ricco antipasto ci hanno servito salame e capocollo, formaggio di due qualità , ricotta infornata, olive, carpaccio di vitella, polpettine calde di vitella, brasato di vitella accompagnato da un vino senza additivi , di qualità non particolare , ma in ogni caso bevibile mentre Francesco ha preso un chinotto e Mike una coca cola.
Il primo piatto era costituito da maccheroncini fatti in casa alla Norma e ricotta infornata grattugiata, successivamente una grigliata mista con carne infornata, involtini, arrosticini , salsiccia, involtini nelle foglie di limone e per contorno patate fritte e insalata della Nonna con pomodori e cipolle alla quale era stata aggiunta della ricotta ( fuori luogo).
Per finire sorbetto al limone arricchito con i gelsi portati da Mike , una vera delizia e dopo il caffè, alle 15,00 abbiamo messo gli zaini in spalla e siamo tornati a Santa Teresa dove siamo arrivati alle 16,25.
Sulla strada di ritorno abbiamo incontrato dei cavalli, di cui una gravida e abbiamo raccolto gelsi bianchi, neri, pepe rosa e finocchietto.
Rosario è tornato in città insieme a Giancarlo, gli altri si sono rimessi in macchina con le formazioni dell’andata.
L’equipaggio di Mike ha imboccato l’autostrada, mentre l’altro con Antonio,Marcello, Francesco e Giuseppe ha seguito la strada statale per fermarsi alla mitica sala Ausilia per una piccola consumazione, offerta dal titolaren, e per acquistare dei babà da portare a casa .
Arrivati al Boccetta alle 17,45.
La giornata , da un punto di vista metereologico non ha dato il massimo, ma il fatto che il cielo fosse leggermente nuvoloso (in grigio) e che ci fosse una piacevole brezza, ha reso la passeggiata post prandiale piacevole, infatti se dopo la lauta mangiata ci fossimo messi in marcia sotto il sole avremmo sicuramente sofferto fra sole/caldo e pancia piena.