Trekking al lago Cartolari del 19 ottobre 2025
Appuntamento macchine.
Visto che a Fiumefreddo ci sarebbe stato Giuseppe Fava da solo con la sua auto si è deciso di partire con le macchine di Filippo e Francesco viaggiando un pò stretti fino a Fiumefreddo dove siamo arrivati alle 8,15.
Incontro con Giuseppe , che oggi fa da guida, redistribuzione in tre macchine e prosecuzione fino a Maniaci dove , alle 9,30, abbiamo fatto una sosta al bar.
Si continua per circa otto chilometri fino all’area attrezzata ” Case Chiusitta” , nel distretto forestale Alto Simeto, una bellissima struttura circondata da prati verdi molto curati dove abbiamo parcheggiato le auto alle 10,05.
Dopo cinque minuti iniziato il cammino lungo la strada che conduce al bosco di “Foresta Vecchia ” sotto un cielo azzurro e tra gli alberi ammantati di foglie con i colori autunnali.
Superati tre cancelli sugli scavalchi,
dopo aver percorso circa 1,8 km, ci siamo trovati di fronte ad un vallone dove il sentiero era del tutto franato. Avendo escluso altre possibilità per passare, ci prepariamo ad affrontare la discesa lungo il pendio della frana per poi risalire con una arrampicata, a mani libere, sull’altra parte del vallone.
Si è perso tempo a trovare una zona meno ripida da cui affrontare la discesa.
Giuseppe ha fatto diversi tentativi ma la parete era molto ripida ed instabile, oltre che fangosa, per cui bisognava scendere nell’alveo per una profondità di 15 metri circa da un lato per poi risalire dall’altro superando un ultimo balzo dove bisognava farsi aiutare da un compagno per superare un muro di due metri scivolosissimo,
Per l’attraversamento di tutto il gruppo impieghiamo circa un’ora per superare un tratto per cui normalmente si impiegano pochi minuti.
Percorrendo ancora qualche chilometro ci si trova di fronte ad una nuova sfida: una salita fuori pista per raggiungere l’altopiano Cartolari lungo un pendio di circa 200 m con forte pendenza .
Durante la salita (alle ore 12.20 circa) si fa una breve sosta per riposare e fare uno spuntino quindi si continua la scalata arrampicandosi tra le rocce e gli spuntoni fino ad arrivare finalmente sulla cima da dove di può ammirare il panorama mozzafiato sui Nebrodi e sull’Etna.
Alle ore 13.00, dopo che il gruppo si è ricompattato, si percorre l’altopiano “Cartolari” che dà il nome all’omonimo laghetto. In questa zona si alternano prati e zone alberate fino a quando dall’alto, alle 13,45, scorgiamo il lago. Alle 14.00 siamo arrivati al rifugio “Casa Cartolari Liperni” , a quota 1411 metri, distante 3,3 ore da Floresta, 6,3 ore da Portella Femmina Morta e 20 minuti da Portella di Testa, sulla Dorsale dei Nebrodi.
Ci fermiamo per consumare il pranzo al sacco su un lungo tavolo all’aperto coperto di foglie secche, condividendo quello che ognuno ha messo in tavola e ne approfittiamo per riposare, circondati da numerose mucche che girano attorno.
Dopo pranzo Carlo si è accorto che la porta in ferro che chiude il rifugio era aperta e siamo entrati.
La stanza all’ingresso è pulita, con il pavimento in mattonelle, ben tenuta e attrezzata con un grande tavolo e panche e dentro c’è un grande camino, con sopra il teschio di una mucca, dove c’erano i resti di un fuoco con la brace ancora fumante così Katia e Caterina ne hanno approfittato per riscaldarsi un po’. Nel rifugio non c’è acqua, ma ci sono diverse stanze, un bagno e una piccola cucina.
Alle 14.40 si riprende il cammino per arrivare al lago Cartolari.
Pur essendo di origine artificiale,il laghetto si e’ perfettamente inserito nell’ambiente circostante, costituendo un punto di riferimento per gli uccelli migratori.
La vegetazione del posto , costituita da pioppi, salici e altre piante tipiche dei luoghi umidi, offre uno splendido scenario, con le foglie degli alberi di varî colori: dalle diverse sfumature di verde al giallo intenso, al rosso e con gli alberi che si specchiavano sulla trasparente e immobile superficie azzurra del lago con lo sfondo del cielo coperto di nuvole.
Il terreno è acquitrinoso, ma, avanzando lentamente, riusciamo ad arrivare alla sponda nord dove si sta solo qualche minuto ma non si sosta in vista della lunga strada di ritorno perché già si è fatto molto tardi (ore 15.10)
e il percorso è stato modificato rispetto al previsto a causa della frana e prevede il completamento dell’anello attorno al lago Tre Arie, che comporta un allungamento di circa 5 km .
Lungo il sentiero intrapreso, poco distante dal Cartolari, si incontra, alle 15,53 un altro piccolo e suggestivo laghetto artificiale dalla forma tondeggiante.
Proseguendo per un altro tratto in discesa arriviamo, alle ore 16.20, al Lago Tre Arie che costeggiamo lungo la sponda nord est fino al sentiero che conduce all’area attrezzata Tre Arie , raggiunta intorno alle 17.50.
L’area, a quota 1300 metri si trova nel demanio delle Caronie, comprende alcuni edifici in muratura, area di sosta per pic nic , giochi per bambini etc. ed è recintata e ben curata.
Durante i circa 4 km di discesa, abbiamo incontrato diverse mucche, tori e in lontananza abbiamo visto un cavallo nero al galoppo molto elegante e tre esemplari di suino nero di diversa taglia.
Superata l’Area attrezzata, scendiamo ancora verso valle per circa un chilometro. La stanchezza comincia a farsi sentire, alcuni lamentano dolore ai piedi ed alle articolazioni e quindi si procede a velocità ridotta, ma fortunatamente la discesa è su una strada sterrata che arriva fino ud un ponte interrotto.
Si decide che gli autisti procedano fino alle macchine per poi tornare a prendere gli altri.
Nel frattempo è calato il buio, alle 18.30, Giuseppe, munito di torcia, ritorna a piedi per avvisarci che entrambi i ponti non sono percorribili in auto e bisogna attraversarli camminando.
Il primo è solo interrotto per le macchine e si può attraversare a piedi mentre il secondo è proprio crollato nel centro formando un’enorme “V”con due tratti molto ripidi.
Ci cimentiamo in quest’ultima sfida mentre Giuseppe ci assiste con la torcia che porta sempre con sé e spesso dobbiamo aiutarci per superare la pendenza.
Finalmente, alle 19.30 circa, riusciamo a toglierci le scarpe infangate e risalire sulle macchine per tornare a casa.
Dopo aver salutato Giuseppe a Fiumefreddo, siamo arrivati a Messina alle 21.40, sicuramente molto stanchi, ma molto soddisfatti per aver concluso senza problemi un trekking davvero molto avventuroso e ricco di imprevisti , sempre affrontati con serenità da tutti i partecipanti, grazie anche alla fiducia riposta nella nostra valida guida.
La lunghezza complessiva di questo “adventuretrekk” è stata di circa 19 chilometri.
Appuntamento macchine.
Visto che a Fiumefreddo ci sarebbe stato Giuseppe Fava da solo con la sua auto si è deciso di partire con le macchine di Filippo e Francesco viaggiando un pò stretti fino a Fiumefreddo dove siamo arrivati alle 8,15.
Incontro con Giuseppe , che oggi fa da guida, redistribuzione in tre macchine e prosecuzione fino a Maniaci dove , alle 9,30, abbiamo fatto una sosta al bar.
Si continua per circa otto chilometri fino all’area attrezzata ” Case Chiusitta” , nel distretto forestale Alto Simeto, una bellissima struttura circondata da prati verdi molto curati dove abbiamo parcheggiato le auto alle 10,05.
Dopo cinque minuti iniziato il cammino lungo la strada che conduce al bosco di “Foresta Vecchia ” sotto un cielo azzurro e tra gli alberi ammantati di foglie con i colori autunnali.
Superati tre cancelli sugli scavalchi,
dopo aver percorso circa 1,8 km, ci siamo trovati di fronte ad un vallone dove il sentiero era del tutto franato. Avendo escluso altre possibilità per passare, ci prepariamo ad affrontare la discesa lungo il pendio della frana per poi risalire con una arrampicata, a mani libere, sull’altra parte del vallone.
Si è perso tempo a trovare una zona meno ripida da cui affrontare la discesa.
Giuseppe ha fatto diversi tentativi ma la parete era molto ripida ed instabile, oltre che fangosa, per cui bisognava scendere nell’alveo per una profondità di 15 metri circa da un lato per poi risalire dall’altro superando un ultimo balzo dove bisognava farsi aiutare da un compagno per superare un muro di due metri scivolosissimo,
Per l’attraversamento di tutto il gruppo impieghiamo circa un’ora per superare un tratto per cui normalmente si impiegano pochi minuti.
Percorrendo ancora qualche chilometro ci si trova di fronte ad una nuova sfida: una salita fuori pista per raggiungere l’altopiano Cartolari lungo un pendio di circa 200 m con forte pendenza .
Durante la salita (alle ore 12.20 circa) si fa una breve sosta per riposare e fare uno spuntino quindi si continua la scalata arrampicandosi tra le rocce e gli spuntoni fino ad arrivare finalmente sulla cima da dove di può ammirare il panorama mozzafiato sui Nebrodi e sull’Etna.
Alle ore 13.00, dopo che il gruppo si è ricompattato, si percorre l’altopiano “Cartolari” che dà il nome all’omonimo laghetto. In questa zona si alternano prati e zone alberate fino a quando dall’alto, alle 13,45, scorgiamo il lago. Alle 14.00 siamo arrivati al rifugio “Casa Cartolari Liperni” , a quota 1411 metri, distante 3,3 ore da Floresta, 6,3 ore da Portella Femmina Morta e 20 minuti da Portella di Testa, sulla Dorsale dei Nebrodi.
Ci fermiamo per consumare il pranzo al sacco su un lungo tavolo all’aperto coperto di foglie secche, condividendo quello che ognuno ha messo in tavola e ne approfittiamo per riposare, circondati da numerose mucche che girano attorno.
Dopo pranzo Carlo si è accorto che la porta in ferro che chiude il rifugio era aperta e siamo entrati.
La stanza all’ingresso è pulita, con il pavimento in mattonelle, ben tenuta e attrezzata con un grande tavolo e panche e dentro c’è un grande camino, con sopra il teschio di una mucca, dove c’erano i resti di un fuoco con la brace ancora fumante così Katia e Caterina ne hanno approfittato per riscaldarsi un po’. Nel rifugio non c’è acqua, ma ci sono diverse stanze, un bagno e una piccola cucina.
Alle 14.40 si riprende il cammino per arrivare al lago Cartolari.
Pur essendo di origine artificiale,il laghetto si e’ perfettamente inserito nell’ambiente circostante, costituendo un punto di riferimento per gli uccelli migratori.
La vegetazione del posto , costituita da pioppi, salici e altre piante tipiche dei luoghi umidi, offre uno splendido scenario, con le foglie degli alberi di varî colori: dalle diverse sfumature di verde al giallo intenso, al rosso e con gli alberi che si specchiavano sulla trasparente e immobile superficie azzurra del lago con lo sfondo del cielo coperto di nuvole.
Il terreno è acquitrinoso, ma, avanzando lentamente, riusciamo ad arrivare alla sponda nord dove si sta solo qualche minuto ma non si sosta in vista della lunga strada di ritorno perché già si è fatto molto tardi (ore 15.10)
e il percorso è stato modificato rispetto al previsto a causa della frana e prevede il completamento dell’anello attorno al lago Tre Arie, che comporta un allungamento di circa 5 km .
Lungo il sentiero intrapreso, poco distante dal Cartolari, si incontra, alle 15,53 un altro piccolo e suggestivo laghetto artificiale dalla forma tondeggiante.
Proseguendo per un altro tratto in discesa arriviamo, alle ore 16.20, al Lago Tre Arie che costeggiamo lungo la sponda nord est fino al sentiero che conduce all’area attrezzata Tre Arie , raggiunta intorno alle 17.50.
L’area, a quota 1300 metri si trova nel demanio delle Caronie, comprende alcuni edifici in muratura, area di sosta per pic nic , giochi per bambini etc. ed è recintata e ben curata.
Durante i circa 4 km di discesa, abbiamo incontrato diverse mucche, tori e in lontananza abbiamo visto un cavallo nero al galoppo molto elegante e tre esemplari di suino nero di diversa taglia.
Superata l’Area attrezzata, scendiamo ancora verso valle per circa un chilometro. La stanchezza comincia a farsi sentire, alcuni lamentano dolore ai piedi ed alle articolazioni e quindi si procede a velocità ridotta, ma fortunatamente la discesa è su una strada sterrata che arriva fino ud un ponte interrotto.
Si decide che gli autisti procedano fino alle macchine per poi tornare a prendere gli altri.
Nel frattempo è calato il buio, alle 18.30, Giuseppe, munito di torcia, ritorna a piedi per avvisarci che entrambi i ponti non sono percorribili in auto e bisogna attraversarli camminando.
Il primo è solo interrotto per le macchine e si può attraversare a piedi mentre il secondo è proprio crollato nel centro formando un’enorme “V”con due tratti molto ripidi.
Ci cimentiamo in quest’ultima sfida mentre Giuseppe ci assiste con la torcia che porta sempre con sé e spesso dobbiamo aiutarci per superare la pendenza.
Finalmente, alle 19.30 circa, riusciamo a toglierci le scarpe infangate e risalire sulle macchine per tornare a casa.
Dopo aver salutato Giuseppe a Fiumefreddo, siamo arrivati a Messina alle 21.40, sicuramente molto stanchi, ma molto soddisfatti per aver concluso senza problemi un trekking davvero molto avventuroso e ricco di imprevisti , sempre affrontati con serenità da tutti i partecipanti, grazie anche alla fiducia riposta nella nostra valida guida.
La lunghezza complessiva di questo “adventuretrekk” è stata di circa 19 chilometri.


