Notte sotto le stelle all’Argimusco 24 e 25 agosto 2024.Appuntamento all’Immacolata alle 17,00. Partecipanti: Sebastiano Occhino, Francesco Pagano, Chiara Calarco, Paolo Bossa, Stefania Davì, Serena Policastro, Giuseppe Spanò, Antonio Zampaglione, Caterina Ioffrida, Carlo Panzera, Cecilia Panzera. Intorno a Montalbano rallentamenti per la festa patronale.Arrivati al luogo di parcheggio delle auto alle 18,30 circa, abbiamo incontrato proprio all’ingresso del parco, un numeroso gruppo escursionistico che stava per incominciare un tour notturno con la guida della associazione “Progetto Futuro Migliore” di Patti. Percorso poco più di 1 chilomerro abbiamo raggiunto Tonino Seminerio e Gino Biundo che erano già nel parco dalla mattina. Identificato il pianoro per il montaggio tende (proprio sotto la roccia denominata “rupe dell’acqua” e a nord del megalita dell’orante)tra le 19,00 e le 20,00 abbiamo montato le tende.Bellissimo tramonto mentre la nebbia si alzava dalla valle. Prima dell’imbrunire, Alfonso Petrotta e Francesco Cucinotta sono andati via e subito dopo è passata la carovana vista precedentemente con numerosi escursionisti muniti di torce. Cena e contemplazione delle innumerevoli stelle che brillavano in un fantastico cielo terso.Intorno alle 23, 00 è sorta una bellissima luna rossa in fase calante e nel frattempo, alla spicciolata, ci siamo ritirati nelle tende, ultimi sono stati Antonio, Stefania, Serena e Giuseppe, mentre Carlo ha continuato a fare foto fino a oltre l’una.Sveglia dalle 5,00 in poi, il primo ad alzarsi è stato Gino Biundo, Paolo alle 6,46, mentre Antonio stava preparando il caffè, ha augurato il buongiorno a tutti da un’altura vicina ad una casetta della Forestale, ma è stato scambiato per un vagabondo. Smontaggio delle tende tra le 7, 0 e le 7,20 e partenza dal pianoro dell’Argimusco alle 8,00.Carlo e Cecilia sono tornati a Messina, tutti gli altri, dopo aver parcheggiato le macchine nel bosco di Malabotta, hanno iniziato il percorso del Sentiero dei Patriarchi.Arrivati a contrada Fradaro, a 1232 metri di quota intorno alle 10,00 e dopo due ore alla casermetta Forestale Malabotta , ridotta allo stato di rudere. Alle 13,00 raggiunte le macchine dopo un percorso complessivo di circa 8 chilometri. Sulla via del ritorno sosta di tutti al panificio Maiorana per acquistare il tipico pane locale e per salutarci. Le macchine con a bordo Tonino e Gino – Paolo, Stefania e Serena- Sebastiano, Francesco e Chiara sono tornati a Messina mentre l’ equipaggio composto da Antonio, Caterina e Giuseppe ha pranzato su un bisolo dopo aver adeguatamente imbottito la pagnotta calda con sottaceti, provola, salame . Successiva sosta presso un albero di fichi bianchi che hanno alleggerito per gustarli.Un ringraziamento particolare a Giuseppe Spanò che ha dato tutte le informazioni necessarie per redigere questo diario e a Carlo Panzera per le correzioni e le integrazioni. ————————————————————— Collegamenti: –> Galleria fotografica completa –> Dieci scatti… dall’Argimusco
Preescursione Monte Campanaro
Trekking esplorativo del l 14 luglio 2024 Appuntamento all’edicola di via Palermo con Carmelo e Carlo alle 8,00. Con la macchina di Carlo siamo arrivati al parco avventura di Portella piano verde alle 8,30 ed abbiamo imboccata la pista di servizio della Forestale in discesa in direzione Portella Cassarini. La strada si snoda tra bellissimi alberi di conifere e castagni che offrivano una piacevole ombra in questa splendida domenica di sole. Dopo alcune centinaia di metri dalla partenza si trova un fonte a cui sostavano tre motociclisti con le loro moto da cross. Alle 9,15, dopo circa 45 minuti di tranquilla marcia, siamo arrivati a Portella Cassarini , a quota 868 metri, da cui si gode una bellissima vista di Monte Scuderi, Dinnammare, Puntale Bandiera e la catena dei Peloritani. Qui ci sono due strade, quella di destra, segnalata da un cartello, conduce a Lacco e a Saponara, quella di sinistra, interrotta da una frana dopo circa un chilometro, fa un lungo giro per ricollegarsi ad altri sentieri provenienti dallo stradone militare. Tra le due strade un sentiero in salita conduce alla cima , coperta di felci, di monte Campanaro , a quota 900 metri, che abbiamo raggiunto alle 9,30. Da questa posizione lo sguardo spazia su tutta la piana di Milazzo, il mare e la costa tirrenica, i paesi di Saponara, Rometta montagna, Gimello, Monforte San Giorgio, Etna e tutte le altre montagne. La foschia impediva la visibilità delle isole Eolie, ma una nuvola scura, allungata sul mare era il segno dell’abbondante attività eruttiva di Stromboli di questi giorni. Apprezzato e fotografato il panorama, siamo tornati al bivio alle 10,00 ed abbiamo imboccato la strada di sinistra con l’intento di raggiungere la frana e verificare la possibilità di superarla, ma , vista l’ orario, dopo un quarto d’ora ,siamo tornati indietro prima di arrivarci. Una volta al bivio Alberto si è proposto di percorrere un tratto del sentiero segnato sulla mappa che si innesta alla strada provinciale per Dinnammare nel tornante in cui si uniscono quelle a senso unico per la salita e la discesa per verificarne le condizioni di percorribilità. L’ idea iniziale era quella di salire per il sentiero per un quarto d’ ora e poi, alle 10, 45, tornare al punto di partenza, ma visto che, tutto sommato, nonostante i cespugli spinosi e le piante di erica che si incontravano dove la traccia si perdeva era possibile procedere senza particolari difficoltà, Alberto ha telefonato a Carlo per dirgli che sarebbe andato avanti fino alla fine dando appuntamento alla macchina a Portella Piano Verde. La traccia a volte si perde tra le piante di erica e, nel tratto finale, il fondo è rovinato dai cinghiali, ma alle 11,15 è arrivato nel punto previsto. Successivamente Carlo ha verificato che la lunghezza totale del sentiero è di 900 metri ed il dislivello è 190 metri. Giunti alla macchina contemporaneamente alle 11,45 abbiamo preso la via del ritorno facendo una breve deviazione fino al cancello di ingresso dell’ area di Pizzo Chiarino che la Forestale, dopo anni di abbandono, ha recintato e fatto i lavori di restauro degli edifici vandalizzati. Breve sosta al chiosco di Musolino dove abbiamo preso una gazzosa e conosciuto il simpatico gestore. Arrivo al luogo di partenza alle 12,30 . Percorso complessivo di circa sette chilometri.
Notte dell’Afelio 10 luglio 2024
Notte dell’Afelio 2024- 10 luglio 2024 L’attività era programmata per giorno 3 luglio, ma le sfavorevoli condizioni meteo hanno fatto slittare di una settimana l’incontro. Appuntamento alle 20,00 a Musolino dove c’ era foschia e temperatura elevata,intorno ai 20 gradi. Soci presenti: Marcello Aricò,Giulio Barone, Carmelo Geraci,Antonio Zampaglione,Caterina Ioffrida,Rosalba Fera, Lucia Annunziata,Nino Scimone, Arturo Lucà Trombetta, Paolo Bossa, Carlo Panzera, Ciccio Briguglio, Sebastiano Occhino, Caterina Trovatello, Pinella Dini, Tuccio Novella, Saro Spadaro, Filippo Cavallaro, Rosalba Cucinotta, Maria De Carlo,Katia Tribulato, Francesco Pagano, Antonella Rotondo,Paolo Scarcella, Milena…,Tonino Seminerio, Teresa Vadalà, Giovanni Consolo, Alberto Borgia e una dozzina di amici e parenti dei soci. Dopo aver sistemato i faretti, alimentati da una batteria per auto per illuminare la zona dei fuochi e l’area dei tavoli, Giulio, Giovanni e Sebastiano hanno preparato la brace ed arrostito l’ottima salsiccia preparata, come gli altri anni, nella macelleria di Giovanni Consolo. Nel frattempo Filippo, sempre alla ricerca di eventi e personaggi relativi alla storia cittadina, ha parlato di un quadro dipinto da Antonello da Messina e perso nel terremoto del 1908, raffigurante Majella Arena , una donna messinese che faceva la spia nelle corti dall’epoca ed ha raccontato, con una originale ballata, fatti relativi a quel periodo storico della nostra città. Distribuzione e degustazione dei panini con salsiccia, salse etc. e ottimo vino mentre Carmelo e il suo allievo Antonio Z. rallegravano la piacevole serata al suono dell’organetto che invitava gli astanti a qualche estemporaneo e breve ballo. Distribuzione delle spillette preparate per l’occasione da Marcello. Piparelli e ‘nzuddi hanno addolcito queste ore di convivialità di un appuntamento diventato classico per la nostra associazione.
Trekking notturno Monte Ciccia – 21 giugno 2024
Trekking notturno del 21 giugno 2024 notte del solstizio, a Monte CicciaAppuntamento all’Immacolata alle 20,00.Presenti: Filippo Cavallaro, Carmelo Geraci, Serena Policastro, Francesco Pagano, Ciccio Briguglio, Carlo Panzera, Paolo Bossa, Tonino Seminerio, Stefania Daví, Pippo Finanze, Saro Spadaro.Partenza alle 20,10 e dalla strada di S. Michele raggiunta Portella Castanea alle 20,30.Dopo circa tre quarti d’ora di percorso in salita, per qualche centinaio di metri anche con pendenze del 20%,raggiunto un rudere da dove si gode un bellissimo panorama sulla città e sul porto, esaltato dalla splendida luna piena.Durante la salita la luce del tramonto, nella giornata più lunga dell’anno, offriva bellissime sfumature ad ovest.Al rudere abbiamo atteso Marcello e Santino che sono arrivati dopo circa mezz’ora.Alle 21,46, proseguendo per una cinquantina di metri siamo arrivati a monte Ciccia, collina a 560 m. s. l. m., che domina la zona nord della nostra città e che è stata martoriata, come tutte quelle circostanti, dai devastanti incendi del luglio scorso. Su questa importante collina sono stati identificate tracce di insediamento dell’età del bronzo, purtroppo non adeguatamente valorizzate.In passato monte Ciccia era utilizzato per previsioni meteo “faida te”, infatti se la cima era coperta di nuvole si suggeriva di tornare a casa a prendere l’ombrello perché sarebbe arrivata la pioggia.Dalla cima rivolgendo lo sguardo verso nord si ammirano le luci dei laghi e del pilone.Filippo ha letto alcune poesie in dialetto siciliane raccolte da Cannizzaro tra il 1860 e il 1890 e pubblicate su una rivista di etnoantropologia tedesca.Prima della cena conviviale abbiamo gustato un aperitivo molto buono, a base di mandarino, preparato e offerto da Filippo.Alle 22,30 presa la via del ritorno e alle 23,10 raggiunte le macchine.Anche se breve e all’inizio un po’ faticoso, la passeggiata è stata piacevole, anche per la presenza di una splendida luna piena.QUESTO DIARIO È STATO REDATTO GRAZIE ALLE INFORMAZIONI RİCEVUTE DA CARMELO GERACI E ALLE NOTE DI CARLO PANZERA. Collegamenti: Dieci scatti di monte Ciccia
Cascate di Mistretta. Trekking del 16 giugno 2024
Escursione nella valle delle cascate di Mistretta del 16 giugno 2024. Appuntamento alle 7,30 all’Immacolata Partecipanti ed equipaggi Marcello Aricó, Filippo Cavallaro Santino Cannavó Carlo Panzera, Paolo Bossa, Elisa Alibrandi (new entry) , (da Mistretta Marcello Panzera) Giuseppe Spanó, Stefania Daví Serena Policastro, Alberto Borgia Marcella De Francesco, Marcella Fucile, Manuela Scarcella, Rosalba Fera Giovanni Lucà Trombetta, Claudia Straci Lucà Trombetta (escursione di prova) Angelo Salvo, Katia Tribulato, Aurelio La Monica, Agata Mento, Flavia De Carlo, Giuseppe??? Partenza alle 7,45, viaggio tranquillo, arrivo al casello di Santo Stefano di Camastra alle 9,05 . Passaggio da Reitano alle 9,25. Sosta per il caffè al bar di Mistretta alle 9,35. Alle 9,55 partenza per il campo sportivo dove abbiamo parcheggiato alle 10,00, qui ci hanno raggiunto nove amici di Aurelio a bordo di due auto. Marcello e Aurelio hanno portato le loro macchine sul luogo dell’arrivo e poi sono tornati indietro accompagnati da Lucio Di Gangi un amico di Aurelio del paese, profondo conoscitore dei luoghi che ci ha fatto da guida durante tutta l’escursione. Durante tutto il tragitto di avvicinamento a Mistretta il cielo è stato completamente coperto e alle 10,20,quando abbiamo iniziato a camminare ha cominciato a fare due gocce di pioggia . Alle 10,35 abbiamo imboccato la regia trazzera Mistretta – Cerami-Capizzi (Tagliavia) utilizzata in passato per la transumanza degli armenti. Nel tratto iniziale la strada è asfaltata e si snoda tra alti alberi di pini e di castagni. Dopo una decina di minuti siamo arrivati allo stabilimento della ditta SEPAM e il titolare, Signor Iudicello, grazie all’intervento di Lucio, ci ha fatto entrare spiegandoci brevemente quale è la loro attività. Sepam estrae e lavora la Quarzarenite di Mistretta, una pietra arenaria molto compatta, che contiene il 97% di quarzo, pesa 2700 chili/mc ed ha elevate caratteristiche meccaniche. L’ azienda si avvale delle più innovative tecnologie di lavorazione ed è in grado di soddisfare le esigenze del cliente perché è in grado di gestire ed organizzare tutte le fasi della fornitura, dalla realizzazione alla consegna, lavorando a fianco di clienti, grandi progettisti ed imprese, costruendo assieme a loro, fin dall’inizio, quello che sarà il risultato finale. Da alcuni anni, dopo un lungo periodo definito “di fidanzamento” e il superamento di numerosi test di qualità, è diventata fornitore della pietra necessaria al completamento della Sagrada Familia di Barcellona, in sostituzione di quella fornita dalla storica cava di pietra. Ripreso il cammino, alle 11,10 siamo arrivati in un punto della strada dove ci sono, da un lato, una piccola cappella dedicata alla Madonna del Rosario e una edicola votiva, dedicata alla Madonna di Tagliavia dall’altro. La strada è praticamente in piano o in costante leggera discesa e costeggia numerose pale eoliche della Edison, non ci sono alberi e siamo stati fortunati perché il cielo è stato costantemente coperto di nuvole (camminare sotto il sole sarebbe stato sicuramente pesante con rischio di insolazione e scottature) . Alle 12,00, a quasi cinque chilometri dalla partenza, abbiamo fatto una breve sosta sotto la maestosa torre della turbina R82057 per ricompattare il gruppo che era sparso su un lungo tratto e alle 12,30 abbiamo raggiunto la strada in costruzione Mistretta – Nicosia. Qui un cartello del CAI informa che si è a Serro Merio, a quota 1093 metri, sul sentiero D403A, a trenta minuti dal lago Urio Quattrocchi, a un’ora da Case Pomara e 1,40 ore dalla connessione con il Sentiero Italia. Dopo una quarantina di minuti di strada in discesa siamo arrivati al laghetto naturale Urio Quattrocchi, posto nella parte iniziale della Dorsale dei Nebrodi, a 1080 metri di altezza, a cinque ore e mezzo da Portella dell’Obolo. Attorno al lago è presente un’area attrezzata con tavoli e panche. Purtroppo tutte le costruzioni in legno, in particolare i bagni, sono abbandonate e vandalizzate e tutto versa in uno stato di degrado, incuria, squallore per mancanza di manutenzione. La passerella in listelli di legno che costeggia il piccolo specchio d’acqua è praticamente distrutta, conseguenza anche di una inadeguata scelta dei materiali. Come già visto in tanti altri casi, i soldi spesi per la valorizzazione di siti unici per bellezza naturale, sono serviti solo ad arricchire chi ha eseguito i lavori, ma con dubbi risultati a medio e lungo termine. L’impressione di abbandono colpisce profondamente il viandante e lascia un senso di amaro sconforto. Sosta per il pranzo, consumato sui tavolini dell’area attrezzata fino alle 13,45 e alle 14,00 abbiamo ripreso il cammino facendo una breve deviazione per raggiungere un tipico abbeveratoio, sotto Cozzo Pilato, prima di imboccare la strada dalla bella pavimentazione in pietra che per un tratto corre in un boschetto di alberi di cerro. Alle 14,45 siamo arrivati ad un bivio e dopo una consultazione tra Lucio e Aurelio si è deciso di percorrere la strada più breve per raggiungere le cascate. Alle 15,35, a quasi 15 chilometri dalla partenza, siamo arrivati in contrada San Giorgio al cartello che indica la valle delle cascate di Mistretta dove erano parcheggiate le macchine lasciate in mattinata da Marcello e Aurelio. Il cartello dice che ci sono 10 cascate che si snodano su un percorso complessivo di circa 13 chilometri lungo il Torrente San Martino con altezze variabili dai 34 ai 6 metri. Anche se, data la mancanza di piogge degli ultimi mesi, c’erano tutti i presupposti che le cascate non avessero una abbondante portata, quasi tutti hanno affrontato una ripida discesa di circa 1,8 chilometri per raggiungere, alle 16,05, a fondo valle il ponte Ciddia sopra il greto del Torrente San Martino. La stanchezza, unita alla delusione per la constatazione che il torrente era praticamente asciutto, con solo un rivoletto d’acqua appena sufficiente a formare qualche piccola pozza piena di girini, ha causato in alcuni uno stato di spiacevole nervosismo. Risalito il torrente in direzione della cascata per qualche centinaio di metri siamo tornati indietro fino al ponte e da qui, per evitare la ripida salita, Marcello e Aurelio, che già avevano trasportato alcuni nel percorso in discesa, hanno fatto la spola
Serata gourmet del 12 giugno 2024
Serata gourmet con capra al forno 12 giugno 2024. Presenti :Marcello Aricò, Angelo Salvo, Carlo Panzera, Antonella Arena, Danila Castiglione, Franco La Maestra Rosalba Cucinotta, Filippo Cavallaro, Tonino Seminerio, Mike Sfravara, Alberto Borgia, Ciccio Briguglio, Carmelo Geraci, Antonio Zampaglione, Nino Scimone, Fortunato Barresi. Sciticchiata a base di carne al forno, pietanza di nicchia della nostra tradizione culinaria.Un equipaggio formato da Carmelo, Angelo, Antonio e Alberto ha raggiunto il locale di Salvatore Vinci (famoso zampognaro messinese) a San Filippo Superiore , a circa 300 metri dalla cascata, intorno alle 19,45 perché si pensava che sarebbe stato utile dare una mano di aiuto per la preparazione della tavolata. Il locale invece è attrezzato in modo tale da poter gestire contemporaneamente diverse tavolate con una sessantina di posti a sedere, per cui ci siamo messi a chiacchierare con il proprietario ed il fratello aspettando il resto della compagnia.Alle 20,40 eravamo tutti a tavola e sono arrivati i primi antipasti (in verità non molto abbondanti) con assaggi di olive in salamoia , salame, formaggio, lardo e peperoni sotto sale.Dopo sfilacci di carne di capra con la salsa e quindi carne di capra a volontà.Per la preparazione di questa specialità occorre accendere la legna nel forno alle sette di mattina, alle 13,00 si inforna la carne e la cottura procede lentamente per circa sette ore, fino ad avere una carne tenerissima dal gusto particolare.Per accompagnare la carne e attenuare il sapore deciso, servita cipolla cruda tagliata a fette e immersa nell’aceto. Dopo aver mangiato a sazietà conclusa la cena con ottime ciliegie locali.Da bere vino della casa (di qualità non eccellente) , birra, coca cola, gazzosa, acqua e per finire grappa.Quando stavamo per andare via ha cominciato a fare due gocce di pioggia che non hanno turbato la piacevolissima serata conviviale.
Happyrecola del 5 giugno 2024
Happyrecola del 5 giugno 2024 Badiazza, Canti e Cunti dello Stretto Presenti: Marcello Aricò, Filippo Cavallaro, Rosalba Cucinotta, Ciccio Briguglio, Antonella Zangla, Gabriella Panarello, Salvatore Rotondo, Gaetano Messina, Daniela De Domenico, Danila Castiglione, Franco La Maestra, Mario Sibilla, Angelo Salvo, Katia Tribulato, Angela Trimarchi, Nando Centorrino, Carmelo Geraci, Mirella,Giusy Mandraffino, Giuseppe Finanze. Presso la comunità ellenica di Messina, stasera alle 20,40 reading musicale liberamente ispirato al testo teatrale “Badiazza – Ritratto di una città” di Giuseppe Cavarra, con Gianni Di Giacomo, Domenico Feminò, Vittoria Micalizzi e Francesco Coglitore, su leggende e miti dello Stretto di Messina. Lo spettacolo, adattato e diretto da Francesco Coglitore, è composto da dieci quadri con prologo ed epilogo. Ogni quadro rappresenta leggende e miti dello Stretto, tra cui Colapesce, Mata e Grifone, il Terremoto del 1908, Lisabetta da Messina, ‘U Vascidduzzu, I pescatori dello Stretto e la Fata Morgana. La narrazione si arricchisce di storie come la leggenda dell’uccello-gabbiano. La produzione è impreziosita dall’immagine di Mantilla e dalla grafica di Piero Serboli. “Badiazza” alterna momenti brillanti, che riflettono usi, costumi e mentalità popolare tipica del territorio dello Stretto, a rievocazioni storiche frutto della ricerca e della penna di Giuseppe Cavarra. Lo spettacolo è arricchito da momenti musicali, sia strumentali che canori, aderendo allo stile tipico delle opere del prof. Cavarra, figura eclettica, docente, letterato,scrittore, poeta e studioso di tradizioni popolari nato a Limina nel 1933 e morto nel 2012. Canti e Cunti dello Stretto rappresenta un’occasione unica per immergersi nelle leggende e nei miti della tradizione messinese, attraverso una combinazione di narrazione, musica e performance teatrale. La serata è stata un viaggio emozionante nelle storie e nei personaggi che hanno plasmato l’immaginario collettivo dello Stretto di Messina. Alla fine dello spettacolo l’attore Coglitore ha dedicato lo spettacolo al prof. Cavarra, che Cavarra qualche anno prima di morire, gli ha regalato il testo da cui è stato tratto questo lavoro dicendogli: “fanne quello che vuoi”. Lo spettacolo è stato molto apprezzato, gli attori sono stati capaci di coinvolgere gli astanti, le voci narranti fortemente espressive e le voci in canto molto belle. Per la parte Happy i partecipanti hanno gustato l’ insalata di patate con polipo e l’insalata di patate con pollo preparate, con la consueta maestria, da Marcello. GRAZIE A CARMELO CHE, CON LE SUE NOTE, MI HA PERMESSO DI REDIGERE QUESTO DIARIO
Trekking urbano a Siracusa del 3 giugno 2024
Trekking urbano a Siracusa del 3 giugno 2024Presenti :Marcello Aricò, Santino Cannavó, Filippo Cavallaro, Rosalba Cucinotta, Carmelo Geraci, Letizia Inferrera, Marcella De Francesco, Simone Cappello, Ciccio Briguglio, Alberto Arena, Rosario Spadaro, Stefania Daví, Chiara Calarco,Giovanna Mangano, Danila Castiglione, Franco La Maestra. Appuntamento alla stazione alle 7,00. I biglietti erano già stati acquistati nei giorni scorsi dal nostro Presidente per avere uno sconto di gruppo e siamo andati al binario. Prima della partenza da Messina, prevista ,alle 7,26, cambio del treno RV perché su quello previsto non c’era nessun bagno funzionante.Al controllo dei biglietti la capotreno ha contestato a Marcella la mancanza del libretto sanitario del suo cane Yuri, il che avrebbe dovuto comportare la sua discesa dal treno alla stazione successiva. Il contrattempo è stato superato perché, via WhatsApp, le sono stati inviati. Risolto questo problema “Buona domenica” ha pensato che offrendo l’usuale spillino della attività odierna avrebbe potuto avvicinarsi alla pettorina del taschino sinistro della capotreno.Arrivo a Siracusa, in orario, alle 10:00. Sosta caffè, scaglionato su tre bar e cambio acqua che ha spesso ha richiesto attese e sobbalzi a gambe strette.Alle 10,45 arrivo al ponte di Ortigia e dopo tre quarti d’ora di camminata vicoli vicoli, arrivo al castello Maniace.Fuori dal castello, di fronte al mare, si erge la grande scultura alata di Igor Mitoraj, già apparsa negli ultimi anni in tutto il mondo, esposta nel 2021 sulla bellissima scalinata della cattedrale di Noto.Mentre Filippo, Rosalba, Carmelo, Letizia e Rosario, che avevano già visitato il castello, restavano ad oziare nei pressi della statua, il resto del gruppo è andato a visitare il castello Maniace (in dialetto castello Maniaci), uno dei più importanti monumenti del periodo svevo a Siracusa e uno tra i più noti castelli federiciani.Lo stile del castello è Gotico imperiale siculo-svevo, alto 12 metri (18 in origine), costruito in pietra tra il 1232 e il 1239 da Riccardo da Lentini e il primo proprietario fu Federico II di Svevia. Dopo recenti lavori di restauro é in ottimo stato di conservazione, ebbe funzione strategica difensiva e di residenza reale e imperiale. La funzione strategica terminò sul finire del secolo scorso. Fu danneggiato nei terremoti del 1549 e del 1693 e il 5 novembre 1704, a causa di un fulmine, ci fu l’esplosione della polveriera che conteneva 30 tonnellate di polvere da sparo con conseguente distruzione di alcune parti dell’edificio.Il castello prende il nome dal comandante bizantino Giorgio Maniace che, nel 1038, rinforzò delle strutture militari ivi esistenti durante la sua campagna contro gli arabi. Nel corso dei secoli vennero aggiunte altre strutture per la collocazione di artiglierie, quali la batteria Vernazza, per la difesa del porto.Intorno alle 12,30 visita agli ipogei della Giudecca a piazza San Filippo Apostolo, luogo interessantissimo, illustrato da una guida molto preparata, che ha ospitato durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale anche 10.000 siracusani. Alle 13,30 visita del mercato, con le caratteristiche bancarelle di spezie dai vari odori e colori, e pranzo a piccoli gruppi.Il gruppo formato da Danila, Rosalba, Alberto, Franco e Filippo ha preso un piatto di fritto siciliano servito al tavolo da una elegante cameriera di nome Nicole, mentre gli altri hanno mangiato all’impiedi un coppo di frittura . Ritornati tutti insieme, l’enciclopedico Filippo ha raccontato di alcuni personaggi che vissero ad Ortigia da Platone, che criticava l’abitudine siracusana di fermarsi per dedicarsi ai tre pasti e che, assieme ad altre critiche, portò Gerone a deportarlo via dalla città. Poi di Pindaro, Saffo, Archimede e la storia del martirio di Lucia che non ebbe mai offesa agli occhi ed il cui corpo ebbe una sepoltura segreta e poi venne trafugato dai bizantini per impedirne il sacrilegio saraceno, e rubato da Costantinopoli da due differenti incursioni, una veneziana ed una francese, per cui oggi ci sono due corpi uno a Venezia ed uno a Metz.Nel pomeriggio passaggio dalla Fonte Aretusa. Danila, Franco, Rosario si sono fermati a riposare alla villa comunale, Giovanna ha deciso di andare a visitare la chiesa che custodisce il Caravaggio su Santa Lucia, ed il resto della compagnia è andato a visitare il santuario della Madonna delle lacrime.Alle 17.30 ricompattato il gruppo diretto verso la stazione e preso il treno RV per Messina delle 18,15 arrivato in città alle 21,08.GRAZIE A FILIPPO CHE CON LE SUE NOTE MI HA PERMESSO DI REDIGERE QUESTO DIARIO QUI le foto
Preescursione alla Polveriera di Campo Italia e al Forte Masotto
Escursione alla ex polveriera di Campo Italia del 19 maggio 2024 .Appuntamento alle 8,00 all’edicola di via Palermo.Presenti :Marcello Aricó, Carlo Panzera, Alberto Borgia, Angela Paratore, Bruno Manfrè.Partenza verso l’Annunziata alta dove abbiamo preso Carmelo Geraci che ci aspettava sotto casa. Alle 8,20 parcheggiate le macchine fuori uno degli ingressi della ex polveriera e lenta camminata tra gli edifici abbandonati e gli alberi distrutti dall’incendio della scorsa estate. Il commento di tutti noi è che un’area così vasta, in un luogo bellissimo, dovrebbe essere adeguatamente ristrutturata e resa fruibile alla cittadinanza. Ormai quasi tre anni fa il Comune aveva dichiarato che avrebbe cercato di acquisire l’area insieme a Forte Spuria, ma non sembra che i fatti stiano confermando le belle parole.Quasi tutti gli edifici sono stati vandalizzati, l’area è utilizzata come pista per le moto da cross e per teatro di “battaglie” per gli appassionati di softair e qualche edificio, dove si vedono segni di una relativa pulizia, è probabilmente utilizzato per incontri.Alle 9,15 siamo arrivati al cancello di ingresso al Tiro a segno, Carmelo si è accorto che era aperto e siamo entrati. Si vede che la struttura non è utilizzata da tempo e ci siamo accomodati per una sosta caffè e dolce offerto dalla famiglia Manfrè. Al ritmo di “Valentina”, una pseudo canzone del rapper messinese “Canazzo” abbiamo fatto una foto per immortalare il luogo.Alla ricerca dell’accesso al forte Masotto siamo arrivati ad un edificio dove c’era parcheggiato un furgone, siamo entrati e abbiamo incontrato una persona che, insieme ad altri stava lavorando al ripristino del locale dove si spara con le pistole, completamente distrutto dall’incendio di fine luglio. Ci raccontava che non era stato possibile fare niente per evitare il disastro. Il tiro a segno nazionale è gestito dal Ministero degli interni ed è utilizzato, oltre che da appassionati, anche dalla Polizia e dalle Guardie giurate. Ci spiegava che c’è la possibilità di provare a sparare registrandosi in segreteria. I lavori dovranno essere completati entro il 20 giugno.Seguendo le indicazioni del nostro interlocutore siamo tornati indietro e costeggiando il muro della recinzione su un sentiero percorribile solo perché la vegetazione distrutta dall’incendio non è ancora impenetrabile, siamo arrivati, alle 9,50, al monumentale ingresso principale del forte, chiuso da una alta cancellata di ferro.Il forte Masotto è la più vecchia opera messinese del periodo umbertino, è seconda per dimensioni soltanto ad altre fortificazioni che appartengono ad anni precedenti. Da evidenziare lo spettacolare panorama che offre il luogo in cui sorge e che spazia da nord ovest a sud est, dalle isole Eolie fino a capo di Pellaro in Calabria, da Punta Faro e tutto lo stretto di Messina.La batteria Masotto è una vera fortezza, in quanto si distingue per dimensioni da tutte le opere Umbertine. La struttura adibita principalmente a polveriera (suo nome originario) fu palcoscenico di una grave sciagura: una tremenda esplosione uccise più di 20 soldati colti dall’ improvvisa deflagrazione. Le vittime dell’immane tragedia sono ricordate da un monumento che si trova all’interno del cimitero monumentale di Messina.Forte Masotto sorge a nord della città sul territorio di Curcuraci (toponimo che deriva dall’arabo Kurkur: aci, cioè territorio fortificato), panoramico villaggio collinare situato tra i villaggi di Faro Superiore, le Masse, Castanea. Nella stessa area, e comunque poco distanti tra loro, si possono ammirare diverse strutture fortificate di tre epoche storiche diverse, e di diverse dimensioni e funzione.Vi sono infatti ben 3 batterie Umbertine di fine 800 (Menaia/Crispi, Serra la Croce e Polveriera/Masotto) ed un’area fortificata, l’antico Campo Inglese, edificato agli inizi dell’ 800 e soppiantato dall’ex deposito munizioni dell’Esercito. Nella zona circostante si possono notare inoltre 18 bunker o casematte di varie tipologie.Forte Masotto è molto più grande di tutte le strutture Umbertine coeve. La superficie è stimabile in poco più di 4000 mq, mentre l’altezza equivale a quella di un palazzo di 4 piani.Quest’opera ha subito nel tempo lavori di ristrutturazione sia esterni che interni e all’interno dei piani nel fossato si può ancora notare l’impianto di aerazione moderno mentre all’esterno è ancora visibile la più recente griglia metallica parafulmine.La batteria Masotto si distingue anche per una serie di caratteristiche,tra cui gli ingressi, che sono due contro l’unico delle altre batterie Umbertine.La batteria è composta da 3 livelli principali a scaloni, tra i quali si inseriscono altri piani intermedi collegati tra di essi. E’ possibile salire o scendere a piacimento attraverso scale e cunicoli che permettono di girare liberamente all’interno della fortezza. I piani interni sono collegati tramite diverse scale e tunnel con i piani superiori.Per numero di obici (10), è la più munita in assoluto.Nel tentativo di trovare una via di accesso alternativa abbiamo tentato di costeggiare il fossato, ma i rovi, anche se non altissimi, ci hanno dissuaso a perseguire.Alle 10,15 abbiamo fatto dietrofront e, con calma, siamo tornati indietro, raggiungendo, alle 11,15 circa, un punto panoramico che domina tutto lo Stretto. Purtroppo la visibilità era scarsa per la foschia, nonostante soffiasse un impetuoso vento di maestrale.Dopo una foto di gruppo, alle 11,30 siamo arrivati alle macchine. Percorso totale stimato circa sette chilometri.Angela, Bruno e Carmelo sono tornati dalla stessa strada dell’andata, mentre l’altro equipaggio, per indicare ad una ragazza la strada per raggiungere il Faro, ha attraversato la polveriera ed ha raggiunto la strada provinciale Masse – Curcuraci proseguendo per contrada Marotta. Qui ci siamo fermati nel piccolo appezzamento di terreno che Marcello e Antonio Zampaglione hanno coltivato per qualche tempo e abbiamo raccolto le more di gelso di un piccolo albero.Arrivo a casa alle 12,15.Anche questo percorso si presta bene per un futuro bus – trekking.
Trekking notturno a Croce Cumia del 17 maggio 2024
Trekking notturno a Croce Cumia del 17 maggio 2024. Appuntamento alle 20,00 all’Immacolata.Presenti:Marcello Aricò, Franco Mastroeni, Carlo Panzera, Carmelo Geraci, Arturo Lucà Trombetta, Ciccio Briguglio, Sebastiano Occhino, Carmen Borgia, Alberto Borgia. Alle Quattro Strade ci siamo incontrati con Bruno Manfrè, Angela Paratore, Vittorio Manfrè,Giancarlo Santamaria, Marisa Santamaria, Tonino Seminerio e Giusy Quartaronello.Arrivati in gruppo a Croce Cumia abbiamo parcheggiato nello slargo davanti al cancello del vivaio Ziriò e qui ci ha raggiunti Santino Cannavó. Alle 20,50 ci siamo messi in marcia sulla strada provinciale verso le Quattro Strade e dopo qualche centinaio di metri abbiamo imboccato, sulla destra, una sterrata in costante discesa verso il vallone di Bordonaro. La serata è particolarmente calda e qualcuno è rimasto solo con la maglietta. Luna in fase crescente, offuscata dalle nuvole, ma ottima visibilità su tutto il bellissimo Stretto e con la spettacolare vista del porto. Alle 21,40 siamo arrivati ad un’area attrezzata della Forestale dove c’è un tavolo con panche, il posto dove poter fare una grigliata, una fontana e una costruzione in buone condizioni, con il pavimento in terra battuta e un grande camino, chiusa con una porta di ferro, utilizzata per deposito di legna. Consumata la cena, innaffiata dal buon vino portato da Marcello e Carmelo, in una piacevole atmosfera di condivisione. Alle 22,25 abbiamo ripreso il cammino, tutto in salita, per tornare alle macchine, gli ultimi trecento metri di strada, diversa da quella percorsa all’andata sono stati in ripida salita, ma ci hanno condotto direttamente ai ruderi di Croce Cumia dove avevamo parcheggiato.Percorso complessivo di circa cinque chilometri. Arrivo a casa alle 24:00. qui alcune foto