Preescursione del 20 ottobre 2924 sul primo tratto del sentiero Mare-Monte.Appuntamento con Marcello alle 8,15, in macchina arrivati al cinema Iris dove abbiamo parcheggiato. Preso lo shuttle n.1 fino al capolinea alla statua di San Pio.Alle 8,55 iniziato il cammino, attraversando l’abitato del Faro. Alle 9,20 arrivo al Ristorante dei due mari e lasciata la strada per camminare sulla spiaggia, costeggiata Torre Bianca e la vecchia colonia estiva delle Poste, in completo degrado, e alle 9,55 arrivati al canale degli Inglesi e ripresa la strada asfaltata che costeggia il lago del Faro e un tratto della SS 113 bis in direzione di Messina. Alle 10,05, poco prima della rotonda di Granatari, imboccata la strada a destra (via Vecchia salita Cimitero di Granatari) che attraversa ville e campi con bellissima vista sullo Stretto, con forte pendenza, ma breve, e dopo dieci minuti raggiunto il Cimitero. Proseguendo sulla strada asfaltata alle 10,20 siamo arrivati all’inizio della via Forte Spuria e poco più sopra alla casa di Luca Scarcella e Nadia Arena, difesa da quattro piccoli barboncini, uno dei quali ha addentato il pantalone di Marcello. Proseguendo e costeggiato il Semaforo la strada diventa sterrata e continua in cresta .Panorami mozzafiato del Tirreno, la costa calabra, Stromboli e le Isole Eolie. La strada ad un certo punto è nuovamente asfaltata e prende il nome di Via Archimede. Alll’altezza di una villa al n.16, a destra, parte un sentiero in discesa che costeggia il muro di cinta e che dopo un centinaio di metri diventa impraticabile perché invaso dalla vegetazione: è quello di cui ha parlato Francesco Pagano domenica scorsa e che, con un certo impegno da parte dell’associazione, potremmo rendere agibile per arrivare fino al lido Sabbia d’Oro, come proposto da lui.Arrivo a Serri alle 10,57 , dopo pochi minuti lasciata la via Archimede e imboccata la strada in salita a destra, via Alberto Moravia, percorribile in auto solo per qualche centinaio di metri. La trazzera, poco più di un sentiero, continua sulla cresta lasciando le abitazioni sulla sinistra e si affaccia sul Tirreno, con vista sulle spiagge di Mortelle, Timpazzi, Casabianca e oltre.A un certo punto la traccia sembra perdersi quindi abbiamo proseguito in discesa arrivando nuovamente sulla strada asfaltata e attraversato il complesso delle villette a schiera del condominio Campus, da cui siamo usciti alle 11,30. Continuando a camminare su strada asfaltata tra gli edifici dell’abitato di Sperone Alto, siamo arrivati alla chiesa di Santa Maria dei Miracoli e alle 11,50 alla antica chiesetta con lo stesso nome, alla fine del complesso ospedaliero del Papardo e all’inizio della seconda tappa del percorso da Papardo al forte Serra La Croce. Dalla partenza a questo punto il percorso complessivo è di circa 8,5 chilometri. Raggiunta a piedi la macchina alle 12,15.Distanza totale, incluse le deviazioni, 13,3 chilometri coperta in tre ore e venti minuti.
Fiaccolata notturna alla Badiazza del 17 ottobre 2024
Fiaccolata notturna alla Badiazza del 17 ottobre 2024Partecipanti: Marcello e Emanuele Aricò, Angelo Salvo, Katia Tribulato, Antonella Zangla, Giusy Mandraffino,Giovanna Mangano, Alberto Borgia.Matteo Allone, promotore dell’iniziativa , in rappresentanza della associazione I Custodi della rinascita, parla della fiaccolata come un mezzo per illuminare “un luogo magico” perché ritiene che difendere la Badiazza, che rappresenta il nostro patrimonio artistico, culturale e turistico, sia un nostro dovere. Aggiunge che è una manifestazione di cuore e di passione per questo monumento e che non è contro qualcuno. Lo scopo è quello di sollecitare i responsabili cittadini e illuminare questo luogo magico affinché non ritorni nell’ombra. Nel 2018 la Badiazza, con 9006 voti, si era posizionata 1ª a Messina e provincia. Allone aggiunge che il 17 ottobre non è stato scelto a caso, ma perché coincide con la luna piena, simbolo del passaggio dal caos al cambiamento ricordando che esattamente in questa data, nel 2016, si trovava qui alla Badiazza con l’associazione Camelot per la difesa dei luoghi.All’iniziativa mancavano, anche se invitati, i rappresentanti delle istituzioni, tranne Raffaele Verso, presidente della V Municipalità , presente a titolo personale. Dotto ed interessante intervento dell’architetto Nino Principato che sinteticamente ha tratteggiato la storia del monumento, dalla costruzione all’abbandono, con la spiegazione del nome , evidenziando tutta la simbologia contenuta nella struttura della Badiazza. Complessivamente c’erano un centinaio di presenti, in rappresentanza di varie associazioni, e comuni cittadini, con età media superiore ai 50 anni.Sconfortante la mancanza di giovani e la sostanziale indifferenza della maggior parte di quelli che nel 2018 avevano votato la Badiazza come luogo del cuore, oltre che della quasi totalità dei nostri concittadini. ———— Messaggio inoltrato ———— DA: amcba@libero.it A: amcba@libero.it, DATA: 18 Ottobre 2024 14:06:51 UTC OGGETTO:
Festa d’autunno del 13 ottobre 2024
Festa d’autunno a San Jachiddu del 13 ottobre 2024Partecipanti: Marcello Aricò, Sebastiano Occhino, Santino Cannavò*, Antonio Zampaglione*, Caterina Ioffrida*, Antonino Giunta*, Carmelo Geraci*, Letizia Inferrera *,Rosalba Fera*, Rosalba Cucinotta*, Patrizia Olivieri*, Manuela Scarcella*, Maria Luisa Inferrera*, Paolo Bossa*, Antonella Zangla *,Gaetana Giardina*, Francesco Pagano*, Antonella Rotondo*, Ciccio Briguglio*,Tonino Seminerio*, Giusi Quartaronello*, Alessia Seminerio*, Mariella Brancati*, Giuseppe Spanò *, Katia Parisi*, Matteo Bolignani*, Rosario Sardella*, Eleonora Sardella*, Flavia De Carlo*, Franco Privitera*, Mike Sfravara*, Nina Coiro *,Alberto Borgia*,Gabriella Panarello, Sergio Bolignani, Salvatore Rotondo, Ileana Padovan, Liliana Chillè, Luccio? Tuccio Novella, Pinella Dini, Eros ?, Antonello ?, Vincenzo Milone, due ospiti di Patrizia provenienti da Iesolo.Prima dell’arrivo dei soci Marcello, Carmelo, Letizia e Alberto hanno iniziato ad allestire i tavoli e sbucciare i fichid’india, mentre Sebastiano si dedicava alla preparazione della base per la pasta e fagioli. Alle 10,50 i partecipanti contrassegnati con *, sotto la guida di Santino,hanno iniziato la salita verso la sughereta e poi sono arrivati al belvedere panoramico con la croce, sulla strada per Ciaramita, da dove hanno potuto apprezzare lo Stretto in tutto il suo splendore e i magnifici colori autunnali delle nostre colline. Rituale foto di gruppo e ritorno su un percorso ad anello di complessivi tre chilometri con arrivo al Forte alle 12, 50.Lungo la strada abbiamo raccolto ed apprezzato i corbezzoli , ( ‘i mbriacheddi) che ricordano i tempi della nostra infanzia.Alle 13,10 distribuzione dell’ottima pasta e fagioli preparata magistralmente da Sebastiano e di cui si riporta la ricetta.“Si inizia facendo soffriggere in abbondante olio le cotiche, poi le cipolle sminuzzate e le patate a tocchetti piccoli. Fare appassire bene il tutto mantenendo il coperchio e rimestando spesso. Quando la base è cotta al punto giusto si aggiungono i fagioli, ben ammollati in acqua e bicarbonato (almeno tutta la notte) e risciacquati bene e una lattina di concentrato di pomodoro. Coprire il tutto con acqua bollente e fare cuocere per tutto il tempo necessario. Aggiungere la pasta ( maltagliati) e il sale a cottura quasi ultimata. Alla fine condire con olio fresco a piacere”.Il pranzo, con varietà di pietanze e accompagnato dal buon vino offerto dall’Associazione, è stato consumato in una atmosfera di piacevole convivialità e condivisione che ha colpito favorevolmente i due ospiti veneti.Dopo il riordino dei tavoli e una mezz’ora dedicata alla visita del forte e alla visione dello Stretto che non stanca mai, ascoltando aneddoti vari, alle 15,00 abbiamo preso posto nella sala ed é iniziata l’assemblea. Il presidente ha preso la parola relazionando brevemente sulle attività svolte quest’anno e delle prossime in programma, comunicando che il previsto trekking di giorno 20 prossimo a Monte Scuderi è stato spostato alla prossima primavera e il trekking notturno di venerdì 18 è stato annullato perché mercoledì e giovedì prossimi ci sono altre attività in programma. Ha iniziato quindi a presentare le idee (da perfezionare) per le attività del primo semestre del 2025, iniziando dalla festa di primavera che si farà in un rifugio della Forestale tra Montalbano e Floresta della cui ricerca si occuperà Liliana Chillè.Nel ponte del 25 aprile propone un trekking di un centinaio di chilometri sul sentiero dei Briganti in Calabria e nel mese di agosto un soggiorno di alcuni giorni in una casa in Sila per vivere insieme momenti di gioia.Sergio presenta le escursioni in ambiente innevato con l’impiego delle ciaspole che, neve permettendo, si svolgono tra novembre e marzo sull’Etna o sui Nebrodi e le uscite in kaiak e tavole di superficie che con cadenza mensile si svolgono tra marzo e novembre. Durante la discussione viene spiegato il criterio che abbiamo deciso di utilizzare per contribuire alle spese per le macchine e il presidente ha puntualizzato che per i futuri spostamenti in pullman le quote devono essere versate, in contanti, prima dell’ escursione per evitare che la gente che si ritira dopo aver aderito al sondaggio,senza comunicarlo, metta in difficoltà gli organizzatori. Alberto propone un itinerario nella valle dell’Anapo da fare nella prima metà di aprile eLiliana un trekking sull’Etna con meta le grotte di scorrimento dei Ladroni e dei Rotoli.Katia organizzerà la visita del museo di Locri e del MUSABA di arte moderna di Mammola con finale travolgente al ristorante per il pranzo a base di pescestocco Francesco vorrebbe visitare la Messina sotterranea, ma non avendo nessun contatto, chiede l’interessamento dei presenti.Propone un percorso sulla strada comunale di Pozzicello che parte dal lago di Ganzirri e conduce a Serri e la riqualificazione della strada in discesa che conduce al lido Sabbia D’oro per creare un percorso ad anello di alcuni chilometri.Rosario Sardella, presidente della Lipu e nuovo socio, si impegna a tenere un happyrecola sulle attività della Lipu a fine febbraio e una successiva escursione da effettuare la prima domenica di marzo sui Colli per assistere al passaggio degli uccelli migratori provenienti dall’Africa e diretti verso le regioni del nord Europa.Paolo si impegna a organizzare una escursione nel parco dell’Etna, nel territorio di Ragalna, vicino a Piano Vetore, dove fino a ottobre del prossimo anno é esposta una gigantesca testa opera dall’artista Igor Mitoraj.Ciccio curerà gli aspetti organizzativi della escursione a Scilla e dintorni. Flavia propone una escursione a Piano dei Grilli nel territorio di Bronte e Gabriella si informerà sulla possibilità di un viaggio sulla ferrovia Circumetnea nel periodo di fioritura della ginestra.Santino, dopo aver parlato della valenza sociale della UISP e invitato chiunque ne abbia voglia a farsi avanti e dare la propria disponibilità nel settore dell’associazionismo, propone di cercare qualche esperto che possa tenere un corso sulle piante alimurgiche.Alle 16,10 circa il Presidente saluta e ringrazia i soci presenti e dichiara conclusa l’assemblea
Tour a Mirabella Imbaccari del 6 ottobre 2024
Tour a Mirabella Imbaccari del 6 ottobre 2024Appuntamento all’Immacolata alle 7,30. Presenti: Marcello Aricò, Paolo Bossa, Ciccio Briguglio, Gabriella Panarello, Antonella Zangla, Mariella Brancati, Giusy Mandraffino,Filippo Cavallaro,Rosalba Cucinotta, Gaetano Messina, Daniela De Domenico, Danila Castiglione, Mike Sfravara, Nina Coiro, Katia Tribulato, Giuseppe Spanò, Katia Parisi, Stefania Davì, Francesco Policastro, Andrea Golzi,Armando Spanò, Egle Spanò, Marica Vinci, Antonietta Medici, Pina Rosas, Maria Teresa Sciortino,Mariangela Pizzo,Antonella Bambino, Laura Girasella,Ada Cotroneo, Maria Grazia Gemelli, Stefania, Stefania. Partenza, con il pullman della ditta Ferro da 40 posti, alle 7,50. All’uscita di Roccalumera sono saliti a bordo Nando Centorrino e Angela Trimarchi. Arrivo al casello di Catania alle 9,05.Alle 9,20 presa la SS. 417 Verso Caltagirone. Dalle 9,45 alle 10, 10 sosta ad una stazione di servizio per bisogni fisiologici .Costeggiata la base Nato di Sigonella attraversando distese di campi di alberi di agrumi e terreni appena arati e pronti alla semina passando accanto al villaggio ormai abbandonato del CAR di Mineo.Alle 10,40 imboccata la SS. Bis e poco dopo la SP 37.Alle 10,55 arrivati all’ingresso del paese dove c’erano Maria Luisa con Gianfranco Anastasio, Pinella Dini e Tuccio Novella, arrivati in macchina, e un gruppo di associati Avis di Palagonia e di Mirabella .Mentre Paolo, Mariangela,Antonella, Gabriella e Mariella hanno fatto un giro per il paese, tutti gli altri con la guida di Giacomo, dell’Avis di Mirabella, abbiamo fatto un breve trekking nel bosco forestale di contrada Gatta. Arrivo alle 11,40 ad una coltivazione intensiva di fichidindia dalla quale si gode uno bellissimo panorama sull’ Etna e sulle colline circostanti lavorate per la semina.In lontananza monte della Ganzaria e il tracciato della costruenda strada Libertinia che collegherà Ragusa con Capo D’Orlando nel tratto tra Caltagirone e Piazza Armerina .Alle 12,50 arrivati all’ingresso del paese e dopo alcune centinaia di metri raggiunto il castello alle 13,10. All’interno del salone allestito un buffet con diversi assaggi. Pranzo comunitario e riposo fino alle 14,30. Visita del castello sotto la guida di Gianfranco Anastasio che all’ inizio ha parlato brevemente della storia del borgo. Il“Castello” di Mirabella Imbaccari , così chiamato il Palazzo Biscari, è stato fatto costruire da Giacinto Paternò intorno al 1630, gravemente danneggiato dal terremoto del 1693 fu ricostruito e sopraelevato agli inizi del XVIII secolo da Ottavio Trigona. È stato ceduto dieci anni fa alla Fondazione di Comunità di Messina dalle Suore Dorotee che lo hanno gestito per più di un secolo. Infatti, fino ai primi anni del Novecento é appartenuto ai Principi Paternò Biscari di Sicilia. Gli ultimi eredi di tale dinastia, la baronessa catanese Angelina Auteri e il marito Ignazio Paternò Castello dei principi Biscari, a seguito di una profonda conversione religiosa, sciolsero le promesse matrimoniali e, prima di prendere i voti,( lei come monaca del Carmelo di Modena come suor Maria del Gesù e lui Bernabita di Monza e prete con il nome di padre Ignazio) decisero di donare tutti i propri beni. La residenza di Mirabella Imbaccari fu donata alle suore dorotee, presso le cui scuole aveva studiato la principessa Angelina. I Principi, prima di abbandonare la vita mondana e quindi anche Mirabella, chiesero alle suore Dorotee di operare per lo sviluppo di quel territorio. Così le suore, esperte di lavorazioni di pizzo a tombolo, trasferirono i loro saperi alle donne del luogo. Per molti decenni successivi l’economia del territorio fu centrata sull’agricoltura (come molte aree interne della Sicilia) e sulla produzione al femminile dei pizzi a tombolo divenuti famosi nel mondo. La globalizzazione e la meccanizzazione dei processi produttivi hanno reso non competitivi, nelle forme organizzative tradizionali, entrambi questi settori economici.Le suore Dorotee, volendo reinterpretare in termini contemporanei la propria “vocazione” e desiderando fino in fondo e onorare la volontà dei Principi, nel 2014 hanno scelto di donare il complesso nobiliare, chiedendo alla Fondazione di contribuire a fare del Palazzo un “bene comune” propulsore di sviluppo umano del L’Organizzazione del Parco dei Saperi è esplicitamente ispirata a paradigmi di complessità e funzionalmente è organizzata in più aree fra loro fortemente correlate:L’area dei saperi del fare si articola in laboratori sociali sul pizzo a tombolo e sulle produzioni tradizionali delle ceramiche. L’azione del Parco è quella di attrarre talenti creativi per connettere tali produzioni artigianali tradizionali con le più avanzate esperienze di design internazionale. Di particolare pregio il percorso denominato “Quello che resta”, che attraverso sale immersive, quadrerie storiche, istallazioni d’arte contemporanea e spazi attivi esplora il salto di paradigma culturale fra modernità e post-modernità. Unico percorso didattico interattivo sulla filosofia della scienza e della conoscenza. L’Architetto Anastasio, che ha curato l’originale allestimento delle numerose sale, ci ha guidato con competenza e passione illustrando con dovizia di particolari, tutte le installazioni presenti da lui realizzate. Visita del museo del tombolo e dimostrazione della particolare lavorazione da parte di anziane signore del luogo che hanno imparato e praticato la difficile tecnica sin da bambine.Alle 16,10 foto di gruppo saluti e raggiunto alle 16,30 il pullman che ci aspettava all’entrata del paese.Alle 16,42 arrivati al frantoio Berretta, una realtà industriale bellissima e inaspettata immersa nella campagna di contrada Ferriante.L’Azienda a conduzione familiare, cura un oliveto proprio di una ventina di ettari di estensione con 3000 alberi di olivo di diverse qualità,ha alle spalle una tradizione olearia centenaria e ha fatto della propria esperienza un bagaglio di conoscenze nella produzione e la commercializzazione dell’olio extravergine d’oliva di alta qualità. I moderni macchinari del frantoio sono all’interno di un edificio dalle forme quasi futuristiche, in un parco verde e curatissimo che contiene anche un ristorante di alto live, uno show room , stanze per ospiti e un piccolo museo ove sono raccolti i numerosi riconoscimenti ricevuti in tutti gli anni di attività. Giorno dopo giorno con serietà, competenza e passione, investendo sulle proprie risorse umane e finanziarie, l’azienda si è posta all’avanguardia con tecnologie dell’ultima generazione e la migliore competenza nel settore oleario. Un aspetto fondamentale è la posizione territoriale che va dalle colline Ennesi fino ai Monti Iblei Orientali, passando attraverso il Calatino, facendo del paese di origine “Mirabella Imbaccari” una terra ricca
Trekking notturno alla Candelara del 4 ottobre 2024
Trekking notturno ad anello nella pineta di Candelara. Appuntamento alle 20,10 all’Immacolata, soci presenti: Marcello Aricò, Carmelo Geraci, Ciccio Briguglio, Giusy Mandraffino con l’inseparabile Schiumetta, Flavia De Carlo, Franco Privitera, Francesco Previte, altri partecipanti Giovanni,Melina,Ettore, Alessandra,Anna Costalunga, Elena Serban.Partenza alle 20,15 e arrivo a Portella Castanea, dove abbiamo parcheggiato le macchine, dopo circa mezz’ora. Sul posto erano presenti Francesco Pagano, Antonella Rotondo, Stefania Davì, Serena Policastro insieme a Davide Rotondo, Claudio Policastro, Francesco Policastro, Andrea Golzi.Alle 21,00 ci siamo messi in cammino sulla strada provinciale per Salice e alle 21,10 siamo arrivati all’inizio della pista forestale di Candelara 1. Dopo circa 200 metri abbiamo lasciato la sterrata principale che é parte del sentiero Italia , imboccando un sentiero sulla destra con paletti dissuasori per le moto da cross. Il percorso inizialmente è in ripida discesa e poi si sviluppa a saliscendi, da quanto appare dalla presenza di tronchi di grossi alberi tagliati devono esserci stati smottamenti e frane, ma la forestale ha ripristinato il sentiero rendendolo percorribile in sicurezza. Dopo circa 15 minuti di cammino, i primi in testa alla colonna hanno avvistato una scrofa di cinghiale con i cuccioli che sono velocemente fuggiti quando hanno avvertito la nostra presenza. Abbiamo immediatamente avvisato Giusy che ha preso in braccio la sua cagnolina per evitare eventuali problemi. Alle 21,45, dopo aver perso il sentiero per un centinaio di metri, siamo arrivati al tavolo dove abbiamo preso posto per la cena.Marcello ha invitato tutti a stare in silenzio e con le luci spente per potere apprezzare i rumori e i colori della notte , ma eravamo in troppi per raggiungere pienamente l’ obiettivo. Durante la cena l’ impareggiabile Giusy ci ha rallegrato con il racconto di esilaranti episodi che le sono accaduti durante il servizio. Alle 22,30 abbiamo preso la via del ritorno camminando sul sentiero Italia e alle 23, 05 abbiamo raggiunto le macchine. Percorso complessivo di quasi quattro chilometri. La temperatura gradevole, la mancanza di vento e soprattutto la compagnia hanno reso piacevole la camminata, che è stata molto apprezzata da chi ha fatto questa esperienza per la prima volta. Inviato da Libero Mail
Happyrecola del 25 settembre 2024 La UISP
Happyrecola del 25 settembre 2024 presso la Comunità Greca di Messina Presenti: Mario Sibilla, Daniela De Domenico, Gaetano Messina, Ciccio Briguglio, Angela Trimarchi, Alma Raniolo, Nando Centorrino,Carmelo Geraci,Finanze…, Filippo Cavallaro, Gabriella Panarello, Mariella Brancati, Rosalba Cucinotta, Tonino Seminerio, Marcello Aricò, Santino Cannavò, Ivan Bolignani, Sergio Bolignani, Katia Parisi , Giuseppe Spanò , Liliana Chillè, Antonella Zangla.Primo appuntamento degli happyrecola dopo l’estate .Santino Cannavò, presidente del comitato cittadino , presenta la Uisp.La UISP ( Unione italiana sport per tutti) nasce nel 1948 da un Fronte della Gioventù che voleva portare i valori della costituzione nella vita della società e faceva promozione sociale. È un’organizzazione che ha creato un rapporto tra cittadini e potere, alternativo a quanto esisteva al tempo ( sci, golf, vela etc.)Partigiani e sportivi hanno partecipato alla creazione di una società basata sulla eguaglianza. Le prime escursioni sono nate come mezzo per portare gli operai fuori per discutere. In quel periodo ogni partito aveva la propria organizzazione sportiva di aggregazione ( Libertas, Fiamma etc.)Le dittature hanno sempre utilizzato lo sport come mezzo di irregimentazione. La Uisp è servita a fare veder l’ importanza sociale di una serie di problemi ( emarginati, poveri , disabili).L’associazione ha più di un milione di soci in tutta Italia e , almeno a Messina, ha iniziato ad occuparsi di attività destrutturate.Generalmente lo sport è servito a dare una certa idea di competitività e per fare sfogare le curve dei tifosi.C’ è un aspetto economico legato alla pratica dello sport, in quanto il denaro pubblico é quasi tutto dedicato allo sport olimpionico e non considera che lo sport è un fattore sociale totale. La battaglia della Uisp è quella di slegare lo sport dalla competitività, mettendo al centro la persona che deve stare bene per sempre. Le attività devono essere legate al territorio e svolgono una attività educativa che fa crescere globalmente le persone. La Uisp prova a riutilizzare gli spazi pubblici. I 4/5 dei cittadini europei fanno attività sportiva ” destrutturata” e con i loro bisogni contribuiscono alla modifica della città. Uno degli scopi é creare una alternativa alla prestazione agonistica che viene portata avanti dalle varie ” scuole”,liberando lo sport da meccanismi legati al denaro per liberare i cittadini. L’attività sportiva deve essere una cosa piacevole e per tutti. La Uisp è fatta dalle persone , che cercano di portare lo sport nelle realtà più emarginate ( carcerati, disabili, malati di mente) come mezzo che faccia da cerniera tra i cittadini e le amministrazioni.Le iniziative sono rivolte a contrastare qualsiasi forma discriminatoria nello sport e valorizzano processi di coesione e inclusione sociale, rigenerazione e sviluppo sostenibile attraverso la transizione sportiva, concetto attraverso il quale lo sport si qualifica come leva di sviluppo, con particolare attenzione al turismo. Ma anche discipline rivolte alla promozione di aree urbane, andando così incontro alle necessità del cittadino di essere attivo appena fuori la porta di casa.notevole rilevanza vi è l’esperienza della Uisp all’interno delle carceri italiane, che risale a più di trent’anni fa, quando in varie città sono iniziati numerosi corsi e attività sportive rivolte ai detenuti, con l’ingresso all’interno del carcere di tecnici ed educatori sportivi dei Comitati Uisp. L’obiettivo è sempre stato quello di mettere in comunicazione la realtà del carcere con l’esterno, favorendo le relazioni anche con il tessuto sociale cittadino.I tornei di calcio svolti in carcere hanno ottenuto risultati molto positivi ed hanno permesso ai carcerati di iniziare un percorso di conoscenza e avvicinamento ai propri figli. Per il momento Happy abbiamo apprezzato i tramezzini preparati con passione dal nostro Presidente .
Trekking a Castiglione di Sicilia del 22 settembre 2024
Trekking urbano a Castiglione di Sicilia del 22 settembre 2024 . Partecipanti: Marcello Aricò, Mike Sfravara, Nina Coiro, Francesco Pagano, Antonella Rotondo, Tonino Seminerio, Giusy Quartaronello, Alessia Seminerio, Ciccio Briguglio, Chiara Calarco, Giovanna Mangano, Gabriella Panarello, Antonella Zangla, Pinella Dini, Tuccio Novella, Santinella Rotondo, Mariella Brancati, Rosalba Fera, Caterina Ioffrida, Antonio Zampaglione. Appuntamento alle 8,00 all’Immacolata, viaggio in macchina, arrivo a Castiglione intorno alle 10,00 e incontro con la signora Cettina Cacciola che è stata la nostra guida per tutta l’ interessante visita del bellissimo borgo, inserito nel circuito dei borghi più belli d’Italia e il cui territorio è stato dichiarato di “notevole importanza pubblica” con decreto regionale del 21 giugno 1994.Dopo averne esposto l’interessante storia, che parte dagli insediamenti nel neolitico e nella età del bronzo , siamo andati a visitare le numerose chiese, iniziando da quella di San Giuseppe in cui , nella parte destra dell’abside è visibile un affresco di San Leonardo ( a cui nel medioevo era dedicata la prima chiesetta) che , insieme alla Madonna della Catena, è il protettore di chi è ingiustamente condannato per ” malagiustizia” a cui si rivolgevano i condannati. Nella volta centrale c’è un affresco del 1780 del pittore Antonio Santagati raffigurante il ” Transito di San Giuseppe “.Interessante la cripta ( l’antica chiesa medievale) in cui si trovano i ” colatoi” usati per il disseccamento dei cadaveri, successivamente posti nelle nicchie a parete. I colatoi sono particolarmente apprezzati dai viaggiatori stranieri molto interessati a tutto quanto è tenebroso e misterioso, che seguendo una moda attuale tra l’altro, cercano in paese case abbandonate da fotografare sia dall’ esterno che dall’interno. Molto interessante un quartiere del borgo in cui le costruzioni sono realizzate con l’ impiego di pietra lavica e arenaria. Nel passato i poveri iniziavano la costruzione impiegando pietr lavica, ma una volta finiti i soldi continuavano la costruzione utilizzando l’ arenaria , mentre i nobili utilizzavano entrambi i materiali per creare un effetto cromatico particolare. Un esempio è un palazzo i cui balconi possono reggere al confronto di altri famosi ovunque, come quelli di Palazzolo Acreide, di Scicli e di Noto. I mensoloni di sostegno sono 12 mascheroni in pietra lavica che che rappresentano i 12 mesi dell’anno e sono figure apotropaiche con la funzione di scacciare gli spiriti maligni.La chiesa madre di San Pietro e Paolo sorge all’interno di quello che un tempo costituiva un sistema difensivo medioevale situato nella parte superiore della collina su cui sorge Castiglione di Sicilia. Il torrione, che nella parte sommitale ospita la cuspide del campanile e la cui parte inferiore costituisce l’abside della chiesa, un tempo probabilmente era un mastio, appartenente ad uno dei quattro castelli costruiti da Ruggero II. La tradizione vuole che la chiesa sia stata fondata proprio dal conte Ruggero II, figlio di Ruggero I, il conquistatore della Sicilia e padre di Costanza D’Altavilla, nel 1105. Pare che la chiesa, durante il regno normanno, abbia goduto di grandi privilegi arrivando ad estendere la sua giurisdizione su centri come Francavilla, Linguaglossa, Roccella, Calatabiano e Mascali. Agli inizi del XV secolo, quando i monaci di san Benedetto abbandonarono l’abbazia della Santissima Trinità, situata fuori dal centro abitato e si stabilirono in locali attigui alla chiesa, il tempio sacro divenne il loro edificio di culto. La chiesa possedeva una campana, “detta mezzana”, del peso di 30 cantari, recante un’iscrizione in lettere gotiche, che fu ritrovata di fronte al convento del Carmelo dove venne nascosta in occasione dell’arrivo degli arabi. Elevata a chiesa Matrice sin dalla sua fondazione, nel corso dei secoli, la chiesa è stata oggetto di donazioni che hanno permesso di impreziosire il suo interno e di portare al termine importanti lavori di restauro. L’abate Giuseppe Coniglio, morto nel 1666, lasciò alla chiesa l’ingente somma di 6 mila onze che fu nascosta all’interno di una tomba dall’arciprete Cesare Gioeni per difenderla dalle mire del principe di Malvagna che più volte tentò di averla in prestito. Giacomo Gioeni, successore di Cesare Gioeni, indicò erede universale dei suoi beni la chiesa e si preoccupò del restauro dei danni causati dal terribile terremoto del 1693. L’arciprete si adoperò anche per la costruzione del campanile. Il 18 novembre del 1717 il campanile e la chiesa, su richiesta di don Giacomo Gioeni, vennero consacrati da mons. Migliaccio, vescovo di Messina, perché allora Castiglione apparteneva a questa diocesi. Antonio Sardo, arciprete dal 1781 al 1823, riuscì a far ottenere alla chiesa importanti privilegi. Alla sua morte gli successe il nipote Giovan Battista Calì che si occupò dei lavori di restauro della chiesa che era stata chiusa al culto in seguito al terremoto del 1818, durante il quale era crollata la parte sommitale del campanile. Nel 1837, dopo diciannove anni di intensi lavori, le sue porte vennero riaperte per accogliere i fedeli. A Giovan Battista Calì si deve anche la fondazione della biblioteca Villadicanense, arricchita da preziosi incunaboli e manoscritti e la creazione di un archivio dove vennero raccolti i documenti salvati in seguito a numerosi incendi. Il 27 giugno 1889 la chiesa fu riconsacrata dal primo vescovo di Acireale Gerlando Maria Genuardi e da Luigi Cannavò, vescovo di Smirne, nativo proprio di Castiglione.Attualmente la chiesa si presenta ad un’unica navata terminante con un’abside circolare molto accentuata e non rivela traccia delle absidi laterali. L’abside, nella parte inferiore esterna, si presenta abbellita da conci di pietra nera dell’Etna a cui seguono filari di pietra arenaria alternati a pietra nera. La restante parte è realizzata in pietra arenaria che continua fino al coronamento il quale si presenta arricchito da mensole che sostengono archetti polilobati a forma di conchiglia e da una cornice che in origine doveva estendersi su tutta la costruzione. La struttura muraria dell’abside si presenta realizzata con conci regolari perfettamente tagliati, caratteristica che si ripresenta anche nelle finestre laterali, strette monofore che un tempo illuminavano la navata. La dimensione dei conci perfettamente quadrati, la stessa tecnica della messa in opera e l’utilizzo della pietra nera e arenaria, rivelano tecniche costruttive tipiche dell’epoca sveva, mentre la presenza degli
Trekking notturno a Musolino del 13 settembre 2024
Trekking notturno a Musolino del 13 settembre 2024.Appuntamento al Boccetta alle 20,20, presenti Carmelo Geraci, Ciccio Briguglio, Tonino Seminerio, Giusy Quartaronello e partenza alle 20,30. Incontrati a MusolinoAngela Paratore, Bruno Manfrè, Arturo Lucà Trombetta Francesco Pagano, Antonella Rotondo,Caterina Trovatello, Sebastiano Occhino e Carlo Panzera .Partenza da Musolino alle 21,10 e alle 21,20 lasciamo la strada asfaltata e giriamo a sx nei pressi del forte Ferraro.Dopo circa 10 minuti, alle 21,30 , raggiungiamo la stele dell’Ecce Homo e seguiamo per un breve tratto il cammino Pier Giorgio Frassati che si snoda lungo antiche vie di pellegrinaggio dei Monti Peloritani, percorrendo un tratto della Via Francigena, della Via Regia Posta e dei pellegrini. Il sentiero parte da Puntale Ferraro, sui Colli S. Rizzo, in prossimità della Stele votiva all’Ecce Homo, per raggiungere il santuario di Calvaruso.Vento forte!!!Alle 21,50 lasciato il sentiero Frassati e imboccato a sx un altro sentiero in leggera salita in direzione “Area Daini”. Alle 22,05, per tagliare un tornante abbiamo preso abbiamo lasciato il sentiero camminando in salita tra gli alberi del bosco che poco dopo ci ha condotto al sentiero carrabile di primaconcludendo l’anello a Musolino alle 22,10. Percorso complessivo di circa 3 chilometri .Alle 22,20 cena sui tavoli dell’area attrezzata di Musolino.Alle 22,45 Rientro in città con arrivo al Boccetta alle 23,10.
Escursione alle Gurne dell’Alcantara del 8 settembre 2024
Escursione alle Gurne dell’Alcantantara del 8 settembre 2024. Partecipanti: Marcello Aricò, Carlo Panzera, Manuela Scarcella, Stefania Davì-Tonino Seminerio , Carmelo Geraci, Ciccio Briguglio, partiti da Messina alle 8,10 e Nando Centorrino con Angela Trimarchi incontrati alle 8,50 all’uscita di Giardini. Arrivo a Francavilla di Sicilia alle 9, 15. Dopo la sosta per il caffè al bar lasciate le macchine in paese e preso un sentiero per raggiungere il fiume che però, nella parte finale, era un po’ difficile da percorrere per cui si era deciso di tornare alle macchine e cercare un accesso più agevole. Dopo alcune centinaia di metri seguito un cartello che indicava il sentiero per la Gurna/Vullo Passerella che conduce alla ormai dismessa centrale dell’ENEL. Alle 11,00 abbiamo raggiunto il letto del fiume Alcantara che nella sua incessante azione erosiva operata per millenni sulle colate laviche, ha creato una serie di laghetti dalla forma rotondeggiante conosciute con il nome di “Gurne” o “Vulli”. Questa particolare tipologia di laghi di natura lavica caratterizza il corso dell’Alcantara in un tratto limitato che si estende (escludendo i due Vulli in prossimità di Mojo Alcantara, meno importanti rispetto agli altri) prevalentemente nel territorio del Comune di Francavilla di Sicilia (Me), tra la contrada Santa Caterina e l’omonimo ponte, fino all’abitato di fondaco Motta, frazione di Motta Camastra (Me). Le Gurne dell’Alcantara sono sedici. La loro larghezza varia tra i 5 ed i 30 metri di diametro mentre la profondità varia tra i 5 e i 10 metri massimi, che si raggiungono solo in prossimità delle cascate. Le dimensioni e le profondità delle “Gurne” variano al variare delle piene del fiume e sono condizionate anche dall’accumularsi di detriti e sedimenti che trasformano la morfologia del corso. Anche se la siccità di questa estate è stata molto severa la portata del fiume era abbondante. Vista l’acqua gelida non tutti si sono bagnati e solo Marcello ha nuotato in una pozza profonda mentre Carmelo e Carlo si sono immersi, sdraiandosi in un punto in cui l’acqua arrivava alle ginocchia. Manuela non è riuscita ad immergersi a causa della bassa temperatura dell’acqua. Sul posto c’ erano una ventina di ragazzi e mentre eravamo lì sono passati una decina di ragazzi con le mute che, seguiti da istruttori esperti, stavano facendo pratica di torrentismo. Alle 12,00 abbiamo preso la via del ritorno e dopo circa mezz’ora abbiamo raggiunto le macchine e giungendo alle 13,30 a Messina Boccetta. Questo diario è stato redatto grazie alle informazioni ricevute da Carmelo Geraci. qui i 10 scatti! e qui tutta la galleria fotografica
Notte sotto le stelle all’Argimusco e trekking nel bosco di Malabotta
Notte sotto le stelle all’Argimusco 24 e 25 agosto 2024.Appuntamento all’Immacolata alle 17,00. Partecipanti: Sebastiano Occhino, Francesco Pagano, Chiara Calarco, Paolo Bossa, Stefania Davì, Serena Policastro, Giuseppe Spanò, Antonio Zampaglione, Caterina Ioffrida, Carlo Panzera, Cecilia Panzera. Intorno a Montalbano rallentamenti per la festa patronale.Arrivati al luogo di parcheggio delle auto alle 18,30 circa, abbiamo incontrato proprio all’ingresso del parco, un numeroso gruppo escursionistico che stava per incominciare un tour notturno con la guida della associazione “Progetto Futuro Migliore” di Patti. Percorso poco più di 1 chilomerro abbiamo raggiunto Tonino Seminerio e Gino Biundo che erano già nel parco dalla mattina. Identificato il pianoro per il montaggio tende (proprio sotto la roccia denominata “rupe dell’acqua” e a nord del megalita dell’orante)tra le 19,00 e le 20,00 abbiamo montato le tende.Bellissimo tramonto mentre la nebbia si alzava dalla valle. Prima dell’imbrunire, Alfonso Petrotta e Francesco Cucinotta sono andati via e subito dopo è passata la carovana vista precedentemente con numerosi escursionisti muniti di torce. Cena e contemplazione delle innumerevoli stelle che brillavano in un fantastico cielo terso.Intorno alle 23, 00 è sorta una bellissima luna rossa in fase calante e nel frattempo, alla spicciolata, ci siamo ritirati nelle tende, ultimi sono stati Antonio, Stefania, Serena e Giuseppe, mentre Carlo ha continuato a fare foto fino a oltre l’una.Sveglia dalle 5,00 in poi, il primo ad alzarsi è stato Gino Biundo, Paolo alle 6,46, mentre Antonio stava preparando il caffè, ha augurato il buongiorno a tutti da un’altura vicina ad una casetta della Forestale, ma è stato scambiato per un vagabondo. Smontaggio delle tende tra le 7, 0 e le 7,20 e partenza dal pianoro dell’Argimusco alle 8,00.Carlo e Cecilia sono tornati a Messina, tutti gli altri, dopo aver parcheggiato le macchine nel bosco di Malabotta, hanno iniziato il percorso del Sentiero dei Patriarchi.Arrivati a contrada Fradaro, a 1232 metri di quota intorno alle 10,00 e dopo due ore alla casermetta Forestale Malabotta , ridotta allo stato di rudere. Alle 13,00 raggiunte le macchine dopo un percorso complessivo di circa 8 chilometri. Sulla via del ritorno sosta di tutti al panificio Maiorana per acquistare il tipico pane locale e per salutarci. Le macchine con a bordo Tonino e Gino – Paolo, Stefania e Serena- Sebastiano, Francesco e Chiara sono tornati a Messina mentre l’ equipaggio composto da Antonio, Caterina e Giuseppe ha pranzato su un bisolo dopo aver adeguatamente imbottito la pagnotta calda con sottaceti, provola, salame . Successiva sosta presso un albero di fichi bianchi che hanno alleggerito per gustarli.Un ringraziamento particolare a Giuseppe Spanò che ha dato tutte le informazioni necessarie per redigere questo diario e a Carlo Panzera per le correzioni e le integrazioni. ————————————————————— Collegamenti: –> Galleria fotografica completa –> Dieci scatti… dall’Argimusco