Re Colapesce

Diario di bordo

Trekking del 1 giugno 2025

Trekking nella riserva naturale  del bosco di Malabotta  del 1 giugno 2025
Appuntamento alle 6,50 all’Immacolata. Presenti: Sebastiano Occhino, Caterina Trovatello,il loro  cane Oliver, Angelo Salvo, Alberto Borgia, Rosario Sardella, Giancarlo Ziino, Katia Tribulato, Francesco Pagano.
Formazione degli equipaggi e partenza alle 7,00.
Alle 7,25 arrivo allo svincolo di Roccalumera e incontro con  Giuseppe Fava. Francesco ha cambiato macchina  ed è  salito nella  sua.
Alle 7,40 uscita dall’autostrada  a Giardini e  alle 8,07 preso  il bivio per Roccella Valdemone.
Alle 8,27 arrivo ad una frana che da almeno  quattro anni ostruisce   la strada, fatta  retromarcia   e ritorno per una deviazione.
Seguita la strada  per Montalbano e alle 8,35 sosta a Roccella per caffè.
Mentre   tutti erano al bar e Sebastiano  teneva Oliver,  sono andato  sul belvedere all’entrata del paese e nel piccolo  cimitero  dove c’è  una lapide con i nomi  di tutti i Roccellesi “caduti sul campo dell’onore “.
È  impressionante  pensare che cinquanta  giovani sono morti  durante  la prima  guerra  mondiale, e  considerato che il  paese nella prima decade  del novecento  contava circa 2300 abitanti ci si rende conto  che si è  trattato  di una vera decimazione.
Alle 8,50 ci siamo messi nuovamente in macchina in direzione  Montalbano  e  dopo pochi minuti abbiamo   imboccato una  deviazione a destra  su una strada asfaltata, costeggiata da cespugli di ginestra fiorita,  con fondo sconnesso in più punti con dossi e fossi. Arrivo alle 9,00 al parcheggio a quota 810 metri dove abbiamo lasciato le macchine in un piccolo spiazzo al lato della strada in corrispondenza di un tavolo della forestale in prossimità  di un ponte che supera  una grande e profonda   pozza .
Zaino in spalla si prosegue  per qualche  centinaio  di metri sulla strada  asfaltata lasciando a sinistra il torrente  pieno di acqua che si sente fluire tra le rocce.
Alle 9:20, superato un ruscelletto proveniente da destra,  si incontra un cartello della forestale che indica  la zona B preriserva.
Il sentiero  diventa   sterrato ed all’inizio è completamente  invaso dai batuffoli bianchi delle infiorescenze  degli alberi che lo fanno  sembrare coperto di neve.
Il   sentiero che costeggia il Torrente Licopeti all’interno del Bosco di Malabotta è quello che nella toponomastica della riserva orientata è detto “Sentiero della trota” perché, nelle acque del torrente, non è difficile avvistare l’endemica trota siciliana ormai in via di estinzione.
Inizialmente si lascia il torrente a sinistra e dopo aver superato la massiccia Rocca di Licopeti alle 9,35 siamo arrivati al primo guado.
Superatolo si arriva in un pianoro su cui il sentiero si sviluppa in un  terreno ricoperto di felci ad alti cardi per circa 150 m prima di giungere  ad un altro attraversamento del torrente che si supera saltellando sui massi che ci sono sull’alveo .
Si avanza passando  da un lato all’altro del bellissimo  torrente, pieno di pozze e di cascatelle di acqua cristallina facendo  attenzione ai diversi  guadi da affrontare.  In certi  punti ci sono  brevi ripidi tratti in salita ma normalmente  si prosegue senza difficoltà in leggera salita.
Arrivati alle 10,35  ad uno spiazzo  coperto di felci con un cartello stradale con indicazione di pista forestale e limite di velocità si abbandona il sentiero che prosegue dritto  e si prende la pista a destra che sale a tornanti  nel folto   bosco.
Dopo essere  passato in testa, alle 10,45 ho  risalito il  pendio facendo un fuori pista per tagliare un tornante e dopo dieci minuti sono arrivato nuovamente sulla  strada a 3,5 chilometri  dalla partenza e mi sono fermato una decina di minuti in attesa che arrivassero tutti gli altri.
Dopo un breve tratto sulla strada abbiamo imboccato un altro fuori pista con l’idea di evitare un  lunghissimo  tornante e alle  11,15 siamo  arrivati ad uno degli imponenti “patriarchi” dove abbiamo  scattato una fotografia di gruppo.
Il fondo, ricoperto di alte felci  che rendevano  non agevole il cammino,  ci ha fatto  cambiare  idea e   abbiamo  ripreso la pista  alle 11,30, dopo aver superato un  grande albero cavo che ha fatto da sfondo ad altre foto.
Incontrato  un ciclista in mountain  bike che scendeva dall’alto.
Alle 11,40 breve sosta per far bere Oliver che continuava a correre avanti e indietro facendo la spola tra Caterina e Sebastiano
La strada per un tratto è ridotta a una traccia ricoperta di alte felci ma a un certo  punto esce dal bosco e si affaccia sulla bellissima vallata che domina la  Rocca Licopeti che avevamo costeggiato due ore e mezzo  prima.
Il panorama è fantastico, anche se deturpato dalle pale eoliche che ci sono sulle creste delle montagne circostanti.
Alle 12,40, risalendo la pista nel bosco con pendenza costante, siamo  arrivati a due pilastri in cemento e a un cartello con una  freccia che indica il sentiero torrente Fontanazzi. 
Dopo altri 15 minuti, alle 12:55, siamo  arrivati in cresta, a quota  1290 metri dove c’è un palo con  indicazioni.
Si è all’Innesto del Sentiero  dei Patriarchi con le frecce  che a sud indicano  il sentiero  Pittari che conduce a Malvagna, distante  2,
40 ore e Mojo Alcantara distante  4 ore.
Verso nord invece  si va sul Cammino di Tindari, verso il Parcheggio di contrada Fradaro , a 1 ora e 15 minuti e a Portella Croce Mancina data a 45 minuti di distanza.
Giuseppe ottimisticsmente e per motivare quelli che cominciavano ad avere fame e a dare segni di stanchezza, dice che bastano 20 minuti per  raggiungerla  per poi proseguire e  fare  la sosta alla ex caserma ( che sarebbe  stata raggiungibile anche  da un altro  sentiero superato durante  la salita).
Anche da questo punto il panorama è incredibilmente bello, con in fondo l’Etna che domina completamente  tutta la vallata dell’Alcantara e le meravigliose  colline con  le  sfumature di verde degli alberi di diverse essenze e dell’erba che ricopre tutto,  con le nuvole bianche che  spiccano in lontananza sul mare e solo il rombo di un motore di aereo ad alta quota che  turba il silenzio  del posto.
Incrociato un gruppo di quattro ragazzi provenienti  presumibilmente dal sentiero Pittari e una coppia di escursionisti palermitani provenienti  da nord.
Proseguendo quasi in piano senza alcuno sforzo, costeggiando Pizzo Petrolo,  alle 13,25 abbiamo  raggiunto il punto panoramico di pizzo Voturi, all’interno  della zona A della riserva, ed Alberto ha fatto  una breve deviazione per raggiungere  il belvedere.
Da qui la vista è semplicemente eccezionale: lo sguardo  spazia liberamente  a 360 gradi , a nord si staglia Montagna Grande, la rocca Salvatesta, Montagna  Vernà, la penisola di Milazzo e il mare  Tirreno con l’isola di Salina, ma  con in  mezzo le alte torri delle pale eoliche che deturpano buona parte delle alture circostanti , a nord est spicca la sagoma di Monte Scuderi a est il mare Ionio e a sud incombe incontrastato il massiccio  dell’Etna.
Poco dopo, prima di arrivare a Portella   croce Mancina, vista  l’ora e la distanza  già  percorsa, preoccupati anche dalle condizioni di Oliver, che mostrava segni di stanchezza, ci siamo consultati per decidere  dove  fermarci per la sosta pranzo ed abbiamo  deciso  di raggiungere comunque la ex  caserma della forestale, ma,  per risparmiare  strada ed evitare i lughi tornanti, abbiamo tagliato all’interno  del bosco su un fuori pista di  quasi un chilometro.
La discesa è stata  piuttosto  impegnativa perché  si avanzava  lentamente  e con cautela sul fondo  scosceso, con pendenze medie del 19 percento e che in qualche  punto hanno  raggiunto il 25% e con rami, pietre ed alberi che ostacolavano la marcia, ma comunque alle 14,05, superato  un certo  scoraggiamento, siamo arrivati sulla strada sterrata a circa 200 m della casermetta e dopo dieci minuti, alle 14,15, a dieci chilometri circa dalla partenza,ci siamo seduti ad un tavolo sotto i ruderi della ex  caserma della forestale Malabotta  per consumare il pranzo e riposare.
Presenti  una  trentina  di escursionisti di un gruppo  del CAI di Ragusa sistemati sui numerosi tavoli o distesi a riposare sull’erba.
Alle 15,10  ci siamo  rimessi in marcia.
Il percorso ad anello che Giuseppe aveva proposto prevedeva una discesa su sterrata in un’altra zona molto panoramica con la presenza  di peonie fiorite, ma temendo che le condizioni del fondo di questo giro di chiusura potessero essersi rinselvatichite, l’escursione si sarebbe dovuta effettuare su un ulteriore percorso conosciuto,  ma parecchio più lungo, quindi, per prudenza e per non sforare con i chilometri previsti,  si è optato di seguire il sentiero che costeggia il  torrente Fontanazzi , affluente  del Licopeti per circa 1700 metri.
Alle 16,10 siamo arrivati al bivio dove avevamo lasciato in mattinata il Licopeti per seguire  la strada  in salita concludendo così il percorso  ad anello.
Ripreso il noto sentiero percorso all’andata, alle 16,20 Katia e Alberto hanno voluto provare la temperatura dell’acqua del torrente e si sono immersi per qualche minuto in una pozza  per bagnarsi  i piedi.
La discesa è stata un poco   più  veloce rispetto all’andata perché  non abbiamo  perso tempo  a cercare  i punti  più  agevoli per i vari  attraversarsamenti e alle 17, 30 siamo  arrivati alle macchine.
Poco prima di giungere a destinazione Giuseppe  ci ha fatto  vedere il punto  in cui il torrente, con un piccolo salto, forma una profonda pozza, lunga una ventina di metri, dove è  possibile tuffarsi.
Percorso complessivo variabile dai  15,8 chilometri misurati  con Komoot ai 16,5 rilevati da  altre App.
Dopo la foto conclusiva, con l’eroico  Oliver disteso nel bagagliaio, siamo tornati indietro per fare una sosta  in un bar di Mojo dove abbiamo gustato una ottima granita e poi imboccata la via del ritorno  con arrivo  in città  alle  20 circa.
Trekking  particolarmente bello grazie anche alle splendide condizioni meteo con sole caldo e temperature gradevolissime.e all’ottima compagnia.

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