Escursione a Castroreale del 25 febbraio 2024

Escursione a Castroreale del 25 febbraio 2024

Escursione a Castroreale del 25 febbraio 2024   Appuntamento all'Immacolata alle 8,15. Presenti :Francesco Pagano, Antonella Rotondo, Ciccio Briguglio, Stefania Daví, Manuela Scarcella, Mario Sibilla, Luisa Inferrera, Rosario Spadaro, Alberto Borgia. Viste le pessime condizioni meteo e le previsioni abbiamo chiamato l'ing. Faranda che ci ha detto che a Castroreale pioveva e la visibilità era nulla per la nebbia, lasciando a noi la decisione su cosa fare.  Dopo un breve consulto abbiamo deciso di andare ugualmente, nonostante otto iscritti, per vari motivi avessero dato disdetta. Telefonata a Pinella e Tuccio che hanno detto che sarebbero venuti direttamente a Castroreale per cui la sola macchina di Francesco non sarebbe stata sufficiente per portare tutti.
Luisa ha messo a disposizione la propria macchina e così Luisa, Rosario, Mario e Alberto hanno formato il secondo equipaggio e alle 8,35 sono partiti per raggiungere Francesco al municipio di Barcellona. Pioggia continua e a tratti molto forte sull'autostrada.
All'altezza di Milazzo Pinella ha inviato un messaggio con cui comunicava che lei e Tuccio non volevano rischiare di bagnarsi e si sono ritirati. Arrivo a Castroreale,avvolta nella nebbia, alle 9,50. L'ingegnere Paolo Faranda ci aspettava in piazza Duomo , e siamo entrati subito nella chiesa.
Il pavimento è del 1600 ed è quasi tutto originale in pietra bianca e nera. Una caratteristica della chiesa è che è stato cambiato l'orientamento, dimostrato dalla presenza di due archi perchè probabilmente era utilizzata dagli ebrei , che prima dell'allontanamento dalla cinta muraria del 1492 voluta da Isabella d'Aragona costituivano il 20% della popolazione e vivevano in questa parte della città. Castroreale era città demaniale grazie a Federico secondo di Aragona (di cui quest'anno ricorrono i festeggiamenti per i 700 anni) ed era capoluogo del distretto numero due ( il numero uno era quello di Messina, con cui confinava) che si estendeva fino a Santa Teresa Riva a nord e a Giardini a sud sullo Ionio e da Milazzo fino a Capo Tindari sul Tirreno controllando una superficie di più di 800 kmq. Il vecchio nome di Castroreale era Artemisia e Crizzina e i primi abitatori stavano sotto Rodì Milici. Dopo una alluvione del torrente un nucleo si spostò nel 1324 in questa zona.
La chiesa è costruita sui resti di un tempio greco romano intestato a Vesta e fu successivamente sinagoga, Infatti, sulla controfacciata è incastonata l'arcata absidale a sesto acuto dell'edificio quattrocentesco originariamente orientato in senso inverso rispetto alla costruzione seicentesca. Dedicata a Santa Maria Assunta, fu ricostruita tra la fine del XVII e l'inizio XVIII secolo su modello della cattedrale di Messina.
L'impianto è a croce latina con ampia navata centrale e copertura a capriate. L'aula è articolata in tre navate divise da sedici colonne culminanti con variegati capitelli corinzi sui quali poggiano e si aprono sette grandi archi a tutto sesto su ogni lato, lungo le pareti di ciascuna navata minore sono disposti sei altari e un ingresso laterale. Peculiarità dell'impianto è la presenza di un cornicione in pietra locale sulle pareti laterali interne, manufatto sorretto da pilastri paraste scanalati con capitelli corinzi atto a formare delle navatelle ad arco poco profonde, dove sono incassati gli altari minori. Entrambe le composizioni sono finemente e riccamente decorate con fregi floreali, antropomorfi e geometrici in rilievo; sui contrafforti sono presenti numerosi vasi ornamentali e stemmi di casate nobiliari o famiglie illustri.
In prossimità delle ultime arcate a ridosso del grande arco del transetto, sul lato destro è possibile ammirare un pregevole pergamo marmoreo del 1646, commissionato dai Giurati di Castroreale sul modello cinquecentesco di Andrea Calamech realizzato nel duomo di Messina.
Nel dopoguerra il monumento è stato utilizzato come modello per ricostruire quello del duomo di Messina distrutto dai bombardamenti degli alleati del 1943.
La cantoria dove si trova un bellissimo volume manoscritto , il prospetto dell'antico organo e il coro in legno di noce a doppio ordine di stalli occupano i tre lati del vano absidale.
Intagli e statuette della cantoria sono stati parzialmente reintegrati e ricollocati dopo il terremoto del 1908, tra essi spicca la figura centrale dell'Onnipotente benedicente nell'atto di reggere in mano le sorti del Mondo e dell'Universo. Tutti e tre gli elementi cantoria, coro, organo concorrono oltre ad arredare l'abside, a creare l'insieme della complessa scenografia che costituisce l'intero altare maggiore.
L' organo a canne ha subito i danni delle varie calamità naturali , ricostruito sul modello dell'antica cassa lignea risalente al 1612 è stato distrutto nel terremoto del 1908, ad eccezione del prospetto anteriore. Fino al 1998 il monumentale manufatto era addossato alla controfacciata occultando l'arco della costruzione medievale.
L'organo, recentemente restaurato a Palermo e perfettamente funzionante, è utilizzato per l'esecuzione di concerti di musica secentesca . Il mercoledì di Pasqua viene introdotto in chiesa il Cristo lungo , conservato nella chiesa di S.Agata ,e il venerdì è portato in processione insieme alle barette. É alto circa 15 metri e pesa 800 chili ed è portato a spalla da sedici persone, quasi tutti contadini e muratori, mentre le forcelle che servono a sollevarlo e a tenerlo in equilibrio sono sorrette da artigiani. La festa risale al 1600. Il 25 agosto del 1854 , durante una epidemia di colera , il Cristo lungo passò sotto la finestra di una casa in cui c'era una donna in coma che si riprese al passaggio e per questo si gridò al miracolo. In ricordo di questo avvenimento la festa si svolge ogni anno il 25 agosto ed è veramente spettacolare e unica. L'autore della “macchina “ è lo stesso della vara di Messina.
L' ing Faranda ci ha poi spiegato con dovizia di particolari il funzionamento della meridiana a camera oscura presente nella chiesa, realizzata nel 1854 dal professore di lettere classiche Nicola Perroni Basquez.
La linea meridiana parte dalla seconda colonna della navata sinistra entrando dall'ingresso principale e corre trasversalmente lungo il pavimento fino a interessare la mezzeria della navata centrale, indicando la direzione Sud - Nord del meridiano terrestre di Castroreale. La luce del sole entra da un forellino di 6 mm praticato sul tetto della navata laterale sinistra ad una altezza di circa 10 metri e per effetto della diffrazione proietta un cerchietto luminoso che seguendo il moto di rotazione della terra,in prossimità del mezzodì interseca la linea meridiana. Quando il centro del cerchietto taglia la linea meridiana quello sarà il vero mezzodì solare, cioè il mezzodì solare del luogo. La meridiana è quasi del tutto integra, nonostante i terremoti del 1894, del 1908 e del 1978..
La Sicilia può vantare su tutte le regioni italiane il primato per il numero di meridiane a camera oscura realizzate. La sua presenza testimonia il fervore culturale di una comunità che primeggiava con quella di Messina dove vivaci intelletti come Francesco Maurolico e Antonio Maria Jaci, contribuirono nel XVIII e XIX secolo all'affermarsi delle scienze e dell'astronomia.
Le altre meridiane a camera oscura in Sicilia si trovano nella  cattedrale di Maria Santissima Annunziata di Acireale, , nella chiesa dei Santissimi Apostoli Pietro e Paolo di Castiglione di Sicilia, nella chiesa di San Nicolò l'Arena di Catania,nel duomo di San Giorgio di Modica, nella cattedrale di Palermo e sotto il pavimento della basilica cattedrale di Messina. Le meridiane sono tutte nelle chiese perchè la lunghezza delle stesse , e quindi la loro precisione, dipende dall'altezza a cui si trova il foro di passaggio del raggio di luce.
Interessante anche la Cappella delle Sante Reliquie con accesso ubicato accanto al primo altare della navata destra ma inglobata nel vano terra del campanile. L'ambiente, chiuso da una artistica cancellata in ferro battuto, presenta un altare con paliotto settecentesco sormontato da Crocifisso in legno policromo della stessa epoca e una vetrina contenente reliquie dei Santi. All'interno della chiesa sono custodite grandi tele settecentesche opere di artisti locali e statue marmoree del Cinquecento opere di Antonello Gagini, Andrea Calamech, Rinaldo Bonanno e altri provenienti da alcune delle altre 54 chiese che c'erano in paese nel periodo di maggiore espansione.
Nel frattempo mi aveva contattato il responsabile di Parco Jalari con il quale abbiamo convenuto che le condizioni meteo non erano compatibili con la visita programmata che è stata quindi spostata a data da definire.
Intorno alle 11,00, sotto la pioggia persistente, passando tra i vicoli lastricati con il caratteristico jacato (parola araba che significa "pietra piatta"), siamo andati a visitare il  Piccolo Museo della Moto ubicato nel centro storico del borgo in un locale di proprietà del Comune su una superficie di 140 mq. Il sindaco di Castroreale è venuto a salutarci complimentandosi della nostra determinazione e invitandoci a tornare in una giornata di sole per poter pienamente apprezzare le bellezze del borgo . Nel museo sono esposti una quarantina di motocicli di marca diversa, tutti perfettamente funzionanti ed in linea con il codice della strada. Le due ruote in esposizione tracciano un percorso di storia motociclistica compresa tra gli anni 20 e i 70/80 del ‘900.
Una delle moto più interessanti è una DKW 175 cc datata 1926. Sono disponibili altre sezioni espositive che riguardano biciclette, micromotori e ciclomotori prodotti tra gli anni 20 ed i 70 del ‘900, quelle dedicate ai giocattoli, agli strumenti di officina ed altri oggetti inerenti alla storia del motorismo. Le pareti del locale sono rivestite da numerose gigantografie che rappresentano il trascorso storico motociclistico dagli anni 10 agli anni 60 del secolo scorso. La visita è stata guidata e commentata con passione e competenza dal responsabile del museo e della associazione Alzavalvole, Sig. Enrico Munafò, esperto motociclista, letteralmente nato su una moto, che è riuscito a ricollegare il mondo delle due ruote all’evoluzione della storia nazionale e siciliana. Belli e autentici i pezzi esposti, ma soprattutto affascinante e coinvolgente l’esposizione di numerosi aneddoti, retroscena, scelte tecniche, esperienze personali relativi ai diversi esemplari esposti e degli uomini che ne sono stati ideatori e realizzatori.
Munafò ci ha raccontato la storia di ogni macchina, ognuna particolare nel suo genere. Molto interessante la sezione finale con le moto realizzate in un unico esemplare dal signor Francesco Quarto Bella, detto "il macellaio" un intraprendente imprenditore di Santa Lucia che costruisce macchine per la trasformazione della carne, con il pallino della meccanica, che ha costruito diverse moto :una  per Renzo Pasolini, una per Simoncelli, una dedicata al Padre, con un motore 595 Abarth, con cui ha vinto il campionato del mondo, una dedicata allo Zio, chiamata "Lupara" perchè all'accensione fa un colpo secco che ricorda il rumore di uno sparo , e la "Baronissa", forse la più originale, prendendo spunto dalla storia della baronessa di Carini.
Questo capolavoro è stato messo all'asta da Christie a Londra e valutato 800.000 euro ed è considerato tra le dieci più belle moto esistenti al mondo.
Alla 12,45, dopo un'ora e tre quarti , siamo andati via quasi controvoglia, colpiti soprattutto dall’impegno appassionato che sta dietro ad una iniziativa di questo genere, di estremo interesse anche per i non addetti ai lavori.
L'ing Faranda ci ha accompagnati e ci ha messo a disposizione una sala di proprietà del comune, dotata di servizi, dove abbiamo consumato il pranzo al sacco.
Intorno alle 13,40 siamo andati a prendere un caffè in un bar vicino e ci siamo incamminati verso il Municipio. Poco prima di arrivare l' ing. Faranda, che in passato ha recitato im una compagnia genovese, ha declamato la poesia "Lu ventu du me paisi" scritta dal  poeta Giovanni Fiore che parla del vento di Libeccio ricevendo i nostri sinceri applausi.
Il municipio si chiama Palazzo Peculio perché in quel luogo sorgeva il Peculio frumentario, che nelle città demaniali come Castroreale, conservava le granaglie ed era il Monte di Pietà, gestito dagli ebrei prima della cacciata del 1492.
Vicino c'è l'arco arabo della antica moschea, acquistata dagli ebrei due anni prima della loro cacciata. L'arco è ruotato di 90 gradi rispetto alla posizione originaria perché era inglobato in un edificio che è crollato nel terremoto fel 1978 ed è stato rimontato in modo da essere meglio valorizzato.
La chiesa del Santissimo Salvatore insiste su piazza Pertini ed era la vecchia sinagoga che la chiesa cattolica acquistò dagli ebrei due anni prima che venissero espulsi ed attualmente è utilizzata come auditorium. In corrispondenza di uno degli angoli c'è una fontana che in origine si trovava sulla facciata del palazzo del Peculio. Nella parte superiore c'è una lapide di marmo con sei cerchi concatenati disposti come una catena , che secondo la simbologia ebraica rappresentano il quinto giorno della genesi e attesta che in origine era l'altare che si trovava all'interno della sinagoga dove c'era il tabernacolo in cui si conservavano i rotoli della Torah ( una copia ,scritta in aramaico è conservata nel Museo) . L'edificio adiacente era originariamente aggregato alla sinagoga ed era il Monte di pietà. Attualmente è utilizzato come deposito dal Comune ma si vorrebbe valorizzare ed utilizzare come piccolo museo. La torre campanaria, edificata successivamente nel 1570 ha utilizzato i quattro cantonali provenienti dalle rovine del castello distrutto nel terremoto che colpì Castroreale nel 1493. Si suppone che ai quattro lati del campanile ci fossero quattro orologi solari . Nel borgo tre anni fa sono state girate cinque novelle di Pirandello da un regista di Bologna che le ha vendute a RAI 5 e l'ing. Faranda ha fatto da aiuto regista e coreografo e si è occupato della organizzazione delle riprese esterne. Ci siamo quindi spostati verso la parte più alta del borgo, sopra il rivellino , dove si trova quello che resta dell'antico castello, cioè l'elemento peculiare della fortificazione, l'ultimo baluardo della difesa, dove c'era acqua e grano, Il Mastio o maschio o dongione è costituito da un torrione circolare posto nel punto più elevato ed utilizzato da una trentina di ciaule per i loro nidi. La costruzione è a due piani, siamo entrati nella stanza inferiore dove c'è una volta a semisfera che permette una acustica perfetta e per questo è usata come planetario e per fare spettacoli con i bambini delle scolaresche. La camera , per un certo periodo, fu utilizzata come carcere mandamemtale. Sotto lo spiazzo vicino la torre c'è il serbatoio di acqua del Comune che prima era l'antico serbatoio del castello arabo che Federico II nel 1324 fece riedificare dando a Castroreale il titolo di Città fedelissima. Nei resti delle antiche mura si trova una latrina utilizzata nel medioevo e una caditoia da cui venivano gettate tutte le immondizie prodotte nel castello e , in caso di assalto era usata per gettare olio o pece bollente sugli assalitori.
Adiacente alla torre c'è una costruzione che accoglie l'ostello della gioventù, il primo realizzato in Sicilia che attualmente è chiuso perché manca la possibilità di accesso ai disabili. La struttura è utilizzata dagli scout per le loro attività. Ci sono due stanze con letti a castello, separate per uomini e donne ciascuna con 10 posti letto, servizi igienici con docce, una cucina e un locale per pranzare. L'ing, Faranda, a precisa domanda, ha dato la disponibilità per un eventuale uso da parte della nostra associazione, ma facendo tutto con discrezione e in mondo riservato .
Dopo un sopralluogo sulla terrazza, da cui, con il bel tempo si gode uno splendido panorama, ci siamo riuniti sotto la cupola del planetario dell'Associazione Andromeda.
L'ingegnere Faranda ci ha spiegato che è un simulatore del cielo: ciò che si vede non è reale ma ricostruito ed è un laboratorio astronomico che, almeno inizialmente, meglio si presta allo studio dei primi rudimenti (e non solo) di astronomia.
Il planetario è costituito da una semicupola di 3,50 metri di diametro, all’interno della quale, attraverso un idoneo videoproiettore comandato dal potente software
“STELLARIUM”, un open source opportunamente modificato in lingua italiana e di facile utilizzo. , è possibile osservare migliaia di corpi celesti (pianeti, satelliti, nebulose, galassie ecc.) grazie alle immagini riprese dai più noti telescopi spaziali, riconoscere tutte le principali stelle e costellazioni, simulare il moto di tutti i corpi celesti in tempo reale, osservare il cielo come si presentava migliaia d’anni fa e come si presenterà nel futuro, simulare il fenomeno noto come precessione degli Equinozi, rappresentare le coordinate geografiche, equatoriali, altazimutali ecc., osservare l’eclittica e l’equatore celeste, osservare il cielo a latitudini diverse, dal Polo Nord al Polo Sud passando per l’Equatore, quindi da qualsiasi località della Terra
Il planetario è anche uno strumento spettacolare perché riesce a coinvolgere gli osservatori facendo loro dimenticare di essere sotto una cupola, creando l’impressione di essere dei navigatori nell’universo e può diventare un’affascinante macchina del tempo che permette di immergersi tra miti e leggende che le antiche civiltà hanno raffigurato sulla volta del cielo. Il nostro bravissimo ingegnere ci ha mostrato alcune delle potenzialità del planetario facendoci vedere una galassia distante 23.000.000 di anni luce, le Pleiadi e appassionandoci con il racconto del mito dell'Orsa maggiore. Alla fine abbiamo potuto ascoltare l'inno ufficiale della nostra regione che non tutti conoscevano. Alle 16,15 è finita l'interessantissima presentazione e dopo la foto di gruppo e un brevissimo giro sul corso Umberto I° alle 16,55 abbiamo salutato il nostro accompagnatore con l'augurio di poterci rivedere e completare la visita di Castroreale e ci siamo messi in macchina e, sotto la pioggia che non ci ha quasi mai abbandonato, alle 18,15 eravamo a casa. Escursione interessantissima che ci ha permesso di conoscere due persone eccezionali. DA RIFARE

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